L’Energia Galattica, la forza vitale dell’Universo, si sta affievolendo sempre di più. Come conseguenza quasi tutte le forme di vita dell’Universo stanno cadendo preda di una follia sanguinaria. Questo perché la Grande Regina, l’essere che controlla e distribuisce l’Energia Galattica, sta invecchiando e non è più in grado di resistere alla forza dell’Energia stessa.
La civiltà, in ogni suo aspetto è in pericolo. La principessa della Luna, Aurora, è stata scelta dalla dottoressa terrestre Kitty per raggiungere il Grande Pianeta e diventare la nuova Regina. Ad accompagnarla e a proteggerla ci saranno tre cyborg: Jan Coog, Don Hakka e Sir Gorgo. I quattro, a bordo della nave Regina del Cosmo, dovranno affrontare molti pericoli.
La serie, uscita direttamente come anime televisivo, è composta da settantatré episodi divisa in due stagioni (rispettivamente di sessantaquattro e nove) ma solo per questioni televisive. In Giappone uscì fra l’aprile del 1978 all’agosto del 1979, in Italia arrivò due anni dopo, nel 1981. La produzione è Toei Aniamtion (L’Uomo tigre, siusto per citare un’opera) e creata, ed anche diretta, da Leiji Matsumoto.
Starzinger nasce da lontano. Ben quattrocento anni fa. Infatti Starzinger altro non è che la trasposizione, in chiave fantascientifica, del classico della letteratura cinese “Viaggio in Occidente” tradizionalmente attribuito allo scrittore Wu Cheng’en. Il romanzo è considerato il capolavoro della letteratura sciatica ed è stato d’ispirazione per molte opere, in particolare il personaggio del Re Scimmia Sun Wukong.
Trasposto in caratteri giapponesi, il nome “Sun Wukong” diventa “Son Goku”. Esattamente il protagonista della serie Dragon Ball. Ma è solo una delle opere ispirate al romanzo: Saiyuki, la serie animata The Monkey, La principessa con il ventaglio di ferro. Senza contare che molti personaggi secondari di anime e manga sono chiaramente ispirati a lui: Il Re Scimmia di Naruto, un demone di Ranma 1/2, e la lista continua.
E infatti Jan Cooq condivide molti elementi con Sun Wukong: l’essere stato imprigionato in una sfera, il carattere ribelle, il combattere con una lancia in grado di cambiare dimensione e lunghezza. Ma anche gli altri personaggi condividono le caratteristiche dei protagonisti di “Viaggio in Occidente”, oltre ovviamente al viaggio verso una meta non meglio definita.
Infatti nessuno conosce perfettamente la posizione del Grande Pianeta. E questo consente a Matsumoto di mettere in scena alcuni dei suoi elementi preferiti: il rapporto dell’uomo con la sua mortalità, il viaggio in un mondo cupo in decadenza, le leggi della civiltà ormai dimenticate. Tuttavia il tipico pessimismo di Matsumoto è attenuato da una serie di elementi.
In primis il personaggio di Don Hakka, una vera e propria spalla comica che alleggerisce, senza però mai essere fuori luogo, i toni cupi del maestro. In secundis l’ispirazione della serie: l’autore di Capitan Harlock infatti, nonostante le ovvie libertà dovute alla trasposizione, decise di mantenere intatto lo spirito del romanzo di Wu Cheng’en.
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