Intervista a Pier Pellencin, un modello nato dai Social Network

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Intervista a Pier Pellencin, la storia di un ragazzo diventato famoso grazie ai “like”.

Pier Pellencin è un modello di 23 anni.
La sua carriera, in questo settore, è iniziata quasi per caso grazia ai suoi autoscatti postati sui Social Network.
Ma come un fiume in piena, di pari passo con i ” like”, sono arrivate le proposte di lavoro.
Molte grandi firme, come Moncler, hanno deciso di puntare su questo giovane ragazzo, tanto alla mano quanto spregiudicato.
Un giovane che, nonostante la notorietà, ha sempre avuto un occhio di riguardo per chi aveva bisogno e per il sociale.
Infatti, prima di iniziare questo percorso, lavorava sul campo come soccorritore per il 118.
Ad oggi, continua a lottare nel sociale come testimonial LGBT, per far si che vengano abbandonate le discriminazioni di genere.
Intervista:
Come è nata la tua passione per la moda e il mondo dello spettacolo?
Tutto è iniziato quasi per gioco scattando delle foto “provocanti” davanti allo specchio, a livello amatoriale per poi postarle su Facebook. Da lì pian piano i like aumentavano come nulla fosse. 
Venivo sommerso di richieste d’amicizia al giorno. 
Li ho iniziato a capire che comunque alla gente piacevano sia le foto, per lo stile che avevano, sia il mio corpo, quindi ho continuato.
Cos’è per te la moda?
In tanti pensano che la moda sia solo frivolezza e apparenza.
Invece per tanti di noi, forse per tutti, il modo di vestirsi è qualcosa che rappresenta una parte importante del nostro essere. 
Diventa il modo di esprimere ciò che altrimenti sarebbe invisibile ai più.
Qual è il capo che hai letteralmente amato indossare? E perché?
Non ho mai avuto un capo preciso che ho amato. 
Ogni volta che indosso qualcosa è perché lo amo e posso trasmettere agli altri qualcosa, delle emozioni!
Quali sono le qualità che per te deve avere un buon modello?
Basta credere di più in sè stessi e rientrare nelle misure ed altezze necessarie. 
Oppure devi essere proprio la persona che spacca ed esce rouro dai soliti schemi.
Su quali red carpet hai sfilato? E cosa hai provato?
Quello di Venezia della 74th per i diritti LGBT ed è stata una emozione grandissima sopratutto quando sei lì per uno scopo ben preciso! 
Cioè dimostrare che tutti siamo uguali.
Il nudo artistico molto spesso viene frainteso, hai avuto ripercussioni a livello personale per questo?
Le critiche ci sono sempre da parte delle persone, ma comunque no.
Per fortuna non ho mai avuto grosse ripercussioni. 
Sfili molto sui tacchi, cosa provi indossandoli? E che reazione riscontri negli altri quando ti vedono?
Parto col dire che i tacchi alti sono sempre di moda per ogni donna. 
Se credete di vederli improbabili indossati da un uomo a meno che non vi troviate ad un musical, vi sbagliate! 
Ironia della sorte pensate che soli 300 anni fa vedere una donna indossare stivali con tacchi alti era scandaloso.
L’uomo che indossava gli stivali con i tacchi alti era il più virile e marziale.
Detto questo ogni volta che indosso “le mie bimbe” mi sento me stesso e non riesco a dire le emozioni che provo perché troppo stupende! 
Le reazione della gente onestamente non mi é mai importata, perché finché sto bene con me stesso, io sono felice ed è questo che importa nella vita!!
Poi è anche vero che molta gente per strada o giornalisti ti fermano per fare foto e complimenti e questo è veramente bello! 
Per il resto io mi sono creato il mio personaggio e sto bene così!
Sei stato adottato molte volte nella tua infanzia. Secondo te questo ha influito nella tua scelta di esporti sotto i riflettori? Di essere circondato da attenzioni anche se solo mediatiche?
Onestamente no, non ha mai influito nella mia scelta di apparire al pubblico,ma ho sempre amato far vedere il vero Pier. 
Far capire che comunque nella vita ci possono capitare molte cose brutte, ma da queste si può sempre imparare.
Si può prendere in mano la propria vita e migliorare sempre di più senza fare gli stessi errori.
Essere adottati 5 volte non é facile, ti crea un mucchio di problemi sopratutto nell’infanzia! 
Credere in se stessi è la cosa più importante che ci sia! 
Per poter andare avanti! 
Poi espormi a livello mediatico e dire che mi è successo nella vita non è per farmi pubblicità o per apparire di più, ne tanto meno piangermi addosso! 
Ma è un modo in più per far conoscere alla gente che siamo in tanti ad avere problemi e allo stesso momento che tutti ce la possiamo fare! 
È solo uno strumento in più, che basta saper utilizzare con molta discrezione senza voler strafare!
Se non fossi un modello, quale altro lavoro avresti scelto? E perché?
Avrei continuato a lavorare nel mondo del sociale e nel 118 perché ho sempre amato aiutare le persone in difficoltà. 
Quali consigli daresti a chi vuole percorrere questa carriera?
Non fatevi mai influenzare dagli altri, seguite sempre il vostro cuore. 
Non date il vostro corpo per andare oltre. 
Siate sempre voi stessi, rispettatevi e rispettate il vostro corpo.
I tuoi progetti futuri?
Sarò al red carpet sia di Cannes sia di Venezia di quest’anno e in tv. 
Il tuo sogno nel cassetto?
Poter rimanere nel mondo televisivo e della moda.
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