Afghanistan: l’ex presidente Ghani è fuggito da Kabul portando quasi 170 milioni di dollari in contanti con sé

Il presidente afgano Ashraf Ghani, scappato negli scorsi giorni in Tagikistan per sfuggire alla presa di Kabul da parte dei Talebani, è stato recentemente “accolto” negli Emirati Arabi Uniti, indiscrezione già riportata in precedenza da alcuni organi di stampa, per “motivi umanitari”, come confermato mercoledì dal governo degli Emirati. Domenica, Ghani è fuggito precipitosamente da Kabul senza annuncio o destinazione nota, mentre i talebani assediavano la capitale dell’Afghanistan, scrive la CNBC, in ragione, secondo alcuni analisti politici, di un accordo raggiunto con i vertici dei guerriglieri ora al comando nel paese mediorientale.

Al suo arrivo negli Emirati, tuttavia, stando a quanto si dice, si sarebbe scoperto un elemento di non secondaria importanza, che andrebbe ad aggiungere al danno subìto in questi giorni dal popolo afgano, anche la beffa: Ghani avrebbe portato con sé, infatti, 169 milioni di dollari in contanti, come riferito, tra gli altri, dal giornalista della BBC Kawoon Khamoosh.

Alcun resoconto in merito è arrivato dagli organi di stampa degli Emirati o dai portavoce ufficiali del governo. Il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale degli Emirati si è semplicemente limitato a dire di “poter confermare che gli EAU hanno accolto il presidente Ashraf Ghani e la sua famiglia nel paese per motivi umanitari“, senza aggiungere alcunché circa le circostanze dell’arrivo dell’ormai ex presidente afgano nel paese del Golfo.

L’indiscrezione era stata già riportata, poche ore dopo dalla presa di Kabul, da un’agenzia di stampa russa, la quale aveva precedentemente riferito che “il presidente è fuggito dal paese con quattro auto e un elicottero pieno di soldi“, notizia riportata anche da Reuters, ma, a quanto pare, al momento della diffusione della notizia l’effettivo importo della somma non era ancora noto.

E vi sono già le prime conseguenze per queste rivelazioni a dir poco clamorose: proprio oggi, infatti, l’ambasciata afgana in Tagikistan avrebbe ufficialmente richiesto al settore operativo dell’Interpol di arrestare l’ex presidente Ghani, assieme a due esuli con lui fuggiti dal paese, “con l’accusa di aver rubato beni pubblici”, notizia al momento riportata dalla sola agenzia di stampa afgana Tolo News.

Ghani ha dichiarato, poche ore dopo dalla caduta della capitale, di aver preferito lasciare il paese per evitare “un diluvio di sangue”, secondo quanto riferito da CNBC. In seguito, Ghani ha difeso con vigore la sua decisione in un post sui social media dai toni decisamente accesi, in cui ha scritto: “Se fossi rimasto, innumerevoli miei connazionali sarebbero stati martirizzati e Kabul avrebbe affrontato la distruzione“.

Una sola cosa è certa: la vera vittima degli incresciosi accadimenti di questi ultimi giorni è soltanto la popolazione afgana, incapace, tra il precedente regime talebano, il ventennio di guerre e scaramucce con gli Stati Uniti, ed il recente ritorno degli aguzzini Talebani, di trovar pace.

 

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