Kazakistan: ChatGPT diventa avvocato e fa annullare una multa stradale
Un uomo in Kazakistan ha utilizzato ChatGPT come avvocato per contestare una multa stradale e ha ottenuto l’assoluzione in tribunale in soli dieci minuti. Dopo che il suo reclamo iniziale era stato respinto dalla polizia, ha deciso di ricorrere alla tecnologia per far valere le proprie ragioni. L’automobilista, il cui nome non è stato reso noto, ha presentato ricorso in tribunale con l’aiuto del chatbot di OpenAI, che ha redatto la memoria difensiva basandosi sulle leggi locali. Durante l’udienza, ChatGPT ha continuato a supportarlo rispondendo in tempo reale alle domande del giudice e fornendo argomentazioni legali pertinenti.
Dopo appena dieci minuti di discussione, il giudice ha deciso di annullare la sanzione, riconoscendo la validità delle argomentazioni presentate. Questo episodio segna un momento significativo nell’utilizzo dell’intelligenza artificiale nel campo legale, dimostrando come i chatbot possano offrire un supporto concreto anche nelle aule di tribunale.
L’intelligenza artificiale sempre più protagonista delle nostre vite?
L’episodio solleva interrogativi sull’impatto dell’intelligenza artificiale nel settore legale. Se da un lato strumenti come ChatGPT possono democratizzare l’accesso alla giustizia, fornendo assistenza legale a chi non può permettersi un avvocato, dall’altro emergono questioni etiche e legali legate all’affidabilità e alla responsabilità delle decisioni basate su algoritmi. Per ora, l’uomo kazako può festeggiare: grazie a un’intelligenza artificiale, ha evitato una sanzione che riteneva ingiusta, ma fin dove arriverà l’intelligenza artificiale?