Una decisione che sta scuotendo il Giappone e il mondo intero è quella di scaricare l’acqua radioattiva proveniente dalla centrale nucleare di Fukushima dopo il disastro nucleare di Fukushima Dai-ichi. Questo annuncio ha suscitato preoccupazioni e critiche da parte di ambientalisti, scienziati e comunità internazionali, e con ragione. Mentre il governo giapponese insiste sulla sicurezza di questa mossa, è fondamentale valutare attentamente le implicazioni a lungo termine per l’ambiente marino e la salute umana.
Versare l’acqua radioattiva nel mare è una mossa rischiosa che potrebbe avere effetti devastanti sull’ecosistema marino. Gli isotopi radioattivi presenti nell’acqua potrebbero contaminare le acque marine, mettendo a rischio la fauna ittica e tutta la catena alimentare. Questo avrebbe ripercussioni anche sulla sicurezza alimentare di milioni di persone che dipendono dal mare per il loro sostentamento.
L’ambiente marino è già sotto pressione a causa dell’inquinamento e dei cambiamenti climatici, e versare acqua radioattiva aumenterebbe ulteriormente il carico di stress su questo fragile sistema, oltre a creare danni incalcolabili per le specie marine e per l’uomo.
Giappone, la decisione è già presa: le scorie saranno sversate in mare
Anche basse dosi di radiazioni possono avere effetti dannosi sulla salute umana nel lungo periodo, compreso il rischio di cancro. Scaricare l’acqua contaminata nel mare significherebbe esporre inconsapevolmente le persone a questo pericolo.
La decisione di versare l’acqua radioattiva dalla centrale nucleare di Fukushima nell’oceano solleva gravi preoccupazioni, ma sembra essere troppo tardi per ripensarci, considerando che l’operazione verrà eseguita molto presto. La Cina risponde boicottando il pesce giapponese; Pechino ha vietato l’importazione di pesce proveniente dalle acque contaminate. Prima della Cina, lo stesso provvedimento anche adottato dalla Corea del Sud.