Si è spento ieri Fratello Metallo, personaggio unico e irripetibile nel panorama musicale heavy metal. Al secolo Cesare Bonizzi, frate cappuccino, è scomparso lasciando un’eredità che unisce spiritualità e musica in un connubio inusuale e curioso.
Nato a Offanengo nel 1946, Bonizzi ha vissuto un’esistenza piena e ricca di esperienze. Dopo un periodo trascorso in Africa come missionario, rientrò in Italia per dedicarsi alla predicazione, ma la sua vera “vocazione parallela” si manifestò nel 1990, quando scoprì l’heavy metal, un genere che considerava capace di trasmettere energia e di connettere le anime.
Conosciuto come Fratello Metallo, ha portato la sua voce potente e il suo messaggio di fede attraverso album come Misteri (2008), in cui testi spirituali e sonorità metal si fondono in modo sorprendente. La sua figura, con la lunga barba e il saio, è diventata iconica, spezzando gli stereotipi e dimostrando che la musica può essere un linguaggio universale.
Amato dai fan di tutto il mondo, Fratello Metallo era un uomo che non temeva di sperimentare e di portare la sua missione evangelica in contesti nuovi, compresi i grandi palchi dei festival metal. Memorabile la sua partecipazione al Gods of Metal, dove si esibì di fronte a migliaia di fan che accolsero con entusiasmo il suo messaggio di pace e amore in chiave metal.
Memorabile il suo incontro con Dave Mustaine, ex chitarrista dei Metallica, poi fondatore dei Megadeth. Nel 2009 si era ritirato dalle scene. La sua scomparsa lascia un vuoto nel mondo della musica e della fede, ma anche una testimonianza luminosa di come si possa vivere in modo autentico, seguendo il cuore e la propria vocazione.
Oggi, i fan di Fratello Metallo lo ricordano con affetto, celebrando non solo l’artista, ma anche l’uomo che con coraggio ha saputo unire due mondi apparentemente lontani.