Nel giorno del suo sessantanovesimo compleanno (8 gennaio 2015) ritorna David Bowie, con un nuovo album intitolato “Blackstar”.
A solo un mese dal debutto del suo musical “Lazarus”, Bowie ritorna di nuovo in classifica con un album molto diverso dalle solite tinte con le quali il cantante esprime il proprio essere: il primo singolo (stesso titolo dell’album), uscito già a novembre, dalla durata di ben dieci minuti, è spoglio da qualsiasi traccia di rock’n’roll, bensì intriso di atonalità, che con la mistione di ritmi sincopati e racconti esoterici (per non parlare del video, dalle atmosfere decisamente inquietanti), ambiscono alla sperimentazione di nuovi generi.
Per la realizzazione di “Blackstar” l’artista si è avvalso della collaborazione di una band jazz capitanata da Donny McCaslin (sassofonista), usufruendo, inoltre, della contaminazione di alcune avanguardie; emerge, dunque, in Bowie, nonostante quello che i suoi anni potrebbero raccontare, la voglia di mettersi alla prova, di sperimentare, di intraprendere nuovi viaggi verso mete sconosciute, al fine di trovare nuove forme di espressione.
L’innovazione, come purtroppo si sa, non è sempre, tuttavia, sinonimo di successo, ecco perchè nella seconda parte della raccolta, si possono ritrovare le rivisitazioni di “Sue (Or In A Season Of Crime)” e “Tis A Pity She Was A Whore”, oltre che uno stile più familiare.
Una mistione, insomma, tra elementi vecchi che hanno accompagnato la sua carriera, e moltissimi elementi coraggiosamente innovativi che potrebbero ben determinare la longevità di quest’album.