Una ricorrenza di cinquant’anni, un sodalizio musicale tra Fausto Mesolella, la musica, la sua inseparabile chitarra e le parole di Stefano Benni
Una ricorrenza di cinquant’anni, in un mondo che corre veloce dove oggi è già ieri, merita considerazione ed onori; a maggior ragione se parliamo di un sodalizio musicale tra Fausto Mesolella, la musica e la sua inseparabile chitarra.
Fausto Mesolella rende partecipe ai festeggiamenti, ed estende l’invito al pubblico, grazie alla presentazione del suo ultimo cd dal titolo “Canto Stefano”. Un lavoro di valore, uno scrigno di emozioni, di riflessioni profonde sui sentimenti, sul genere umano, sulle paure e le ipocrisie in tempi difficili, quali quelli contemporanei. I brani dell’ album, composto da dodici poesie create dal noto scrittore Stefano Benni e musicate da Fausto Mesolella, in questo periodo in tour , sono approdati ad Aversa all’Auditorium Bianca d’Aponte, venerdi 19 giugno. Un intensa serata, in cui l’autore non ha limitato gli interventi musicali solo al suo ultimo lavoro; difatti l’apertura della serata è stata affidata dapprima all’assolo di piano di Francesco Oliviero, poi dalla voce di Rosa Chiodo. Gli elementi coreografici sul palco, immediatamente saltati all’occhio, sono stati l’ “Insanguinata” inseparabile chitarra, riconoscibile ovunque per i segni del suo vissuto. e la minuscola macchinetta del caffè, compagna inseparabile di Fausto, con la quale usa dare il buongiorno ogni mattina ai suoi fan sui social.
Si sono susseguite sul palco le canzoni :
“Tulipani” dove l’amore assume le sembianze di un fiore;
“Anima”,parole e note dolenti di anime in disuso, in un mondo fatte di stupide velleità;
“Quello che non voglio” , testo di Benni dedicato a Fabrizio de Andrè.
Parole mai usuali, semplici, incisive, che Fausto Mesolella suggella con una musica raffinata, passando da armonie leggere a toni rock, blues e jazz.
I musicisti che lo hanno accompagnato, grigi nei capelli, valenti nella preparazione e nella professionalità nonché di gran talento sono: Mimi Ciaramella ( batteria), Ferdinando Ghidelli ( pedal steel ), Almerigo Pota (flicorno). Ai cori una timida Nunzia Carrozza e una più grintosa Cristina Zeta, entrambe bravissime, la a seconda che calca il palco da tempo incanta con i suoi acuti nell’ironica, sagace, coinvolgente interpretazione di “Le domeniche della vita” che Fausto Mesolella, affida alla voce di un estroverso, grintoso, originale. nel look e nella performance, amico Agostino Santoro detto Gas.
Sarà l’ironia che sembra trasparire dal volto di Fausto Mesolella mentre canta/recita, sarà la sua voce forte, maschile e introspettiva, la magia che regna quando tocca i fili delle corde a rendere unico lo spettacolo che ha conquistato un acclamante pubblico.
Avvicinandoci a questo condiviso momento di convivialità prima del concerto, chiediamo a Fausto…
-Siamo qui per festeggiare i suoi cinquant’anni di musica, anniversario già partito da qualche mese in occasione dell’uscita di “Canto Stefano”, con il suo ultimo lavoro discografico pubblicato da Suoni dall’Italia. Immagini che gli invitati le chiedano di fare un discorso, cosa dice?
L’unica cosa che mi viene in mente è una grande felicità. Quando si parla di numeri cosi importanti significa che si è fatto un percorso tra alti e bassi, ma la vittoria è nella passione. Come un matrimonio che dura da cinquant’anni, con la voglia e la coscienza di essere stati presenti a se stessi, altrimenti non si va da nessuna parte. Era ed è un amore vero, è stato il mio unico lavoro, ho sognato da ragazzo di farlo e lo faccio ancora.
-Si ricorda il momento esatto, se vi è stato, del suo colpo di fulmine con la musica?
La classica chitarra giocattolo che si trova in casa e non si sa da dove arrivi. Messa da parte, forse dai fratelli … cosi è avvenuto per me. Cinquant’anni fa.
-Continua questo percorso con la sua chitarra dalla quale non si separa mai, l’accompagna da sempre?
No questa qui ,l’Insanguinata è giovane del 1988
-Ma una chitarra quanto può durare?
Tutta la vita
-Di queste collaborazioni, che son oltre duecento in questi dieci lustri, può dirci il nome di qualcuno /a cui si sente legato, non necessariamente per la musica?
(Sorride) “Una su tutte, senz’altro Gabriella Ferri, perché sono stato l’ultimo ad accompagnarla e ho avuto la possibilità di conoscerla e di capire la grandezza della sua arte.”
-L’arrivo a Stefano Benni come avviene?
Lo conoscevo non benissimo ma bene, essendo uno dei più grandi scrittori italiani. Di fatto è avvenuta a casa di Dario Fo, io sono frequentatore della Libera Università di Alcatraz struttura gestita da Dario Fo e dal figlio Iacopo, un grande agriturismo biologico a Gubbio. Lì una sera io e Stefano Benni ci siamo conosciuti, abbiamo familiarizzato e poco dopo è partita una prima collaborazione, diventato poi uno spettacolo, nato da una sua poesia che si titolava “Ci manca Totò”. Infine abbiamo fatto una tournée di due anni. Durante questo periodo mi è venuto in mente di musicare alcune poesie che lui mi faceva sentire.
-Di recente è stato al teatro comunale di Caserta , quali sono le prossime date?
Quest’estate giro un po’ tutta l’Italia, non solo con il mio “Canto Stefano”, anche con tournée parallele per Nada, Avion Travel, Raiz coni il quale ho collaborato al disco “Dago Red” che ha vinto la Targa Tenco 2014.
-Tornando alle poesie di “Canto Stefano”; è legato a qualcuna in particolare?
Senz’altro “ l’ Insanguinata” che lui ha scritto per la mia chitarra, quindi per me è qualcosa di possente.
-I musicisti di stasera, sono quelli che l’accompagneranno sempre per Canto Stefano?
Si
L’Auditorium Bianca D’Aponte, luogo per lei familiare, vedrà sempre lei quale direttore artistico per anche l’undicesima edizione ad Ottobre?
Si, ci sono io dalla prima edizione e anche l’undicesima vedrà me nella direzione artistica.
– Già è stato definito l’elenco della partecipanti?
No, stanno facendo le selezioni, mentre la madrina è stata già scelta ed è Ginevra Di Marco.
Ringraziamo Fausto Mesolella per la disponibilità.
Una serata intensa dove non solo le pareti traspiravano musica, ma anche gli occhi, ed il cuore dei presenti. Un cd prezioso nella veste grafica, nei contenuti, nel valore dei testi e delle musiche. Un percorso emozionale nelle Spa dell’anima. Non può mancare nella vostra libreria musicale.