Nicola Caso alle Rampe R. Causa insieme a Daniele D’ Aniello
Con i suoi 36 anni e una lunga frequentazione con la musica, cui si avvicina verso i 13 anni, Nicola Caso si è esibito al Grottino di Pozzuoli nell’ ambito di una sorta di rassegna che vede all’ opera, oltre al succitato bar, anche il pub Factory: intitolata non a caso “Saglie e siente”, ha saputo creare un’ atmosfera da Greenwich Village, seduto sulle scale e circondato dal pubblico.
Totally unplugged, Nicola Caso ha riproposto i brani più famosi dei suoi lavori discografici, con particolare attenzione alle richieste dei presenti, spesso indirizzate verso i brani di “Neapolitan Hard-Pop”, sua prima pubblicazione discografica, che vide la luce nel 2007 grazie all’ autoproduzione, e nel quale l’ autore dà libero sfogo al suo pensiero con brani impegnati come “scetateve” e “fatti persone e fatti” ma non ambisce, scanzonato com’ è, a divenire un maitre à penser, pur tirando schiaffi in faccia ai potenti e ai cattivi. Stile sornione, il linguaggio con cui canta anche i buoni sentimenti (“allora piglia”) è un misto di lingua napoletana dalla pronuncia ibrida, in cui si intrufolano termini aulici, di antica fattura (come il puote al posto del napoletanissimo può in uno dei brani più cantati, “ma che te ‘ntuoste a ffa?”).
Definirlo trash è gratuito, piuttosto sa ironizzare sulla realtà che lo circonda senza dirsi né dirci bugie; paragonarlo agli Squallor solo perché adopera termini di uso assai comune e comunemente definiti volgari o scurrili è decisamente eccessivo, eppure una briciola, una scintilla, un riverbero della poesia del grande e indimenticato Totò Savio si ritrova in un brano come “pe ‘na femmena”, assolutamente da riascoltare in questo cd che è stato ristampato di recente, in virtù delle numerose richieste dei fans. Ma forse a Nicola Caso non interessa somigliare agli Squallor, forse vuole semplicemente essere un…Caso, nel panorama della musica campana.
photo: factory