Il 26enne musicista siciliano Matteo Mancuso arriva a Sorrento a Villa Fiorentino, per il prestigioso festival ideato da Mario Mormone che negli anni ha visto passare alcuni dei più grandi jazzisti internazionali. Matteo arriva con il suo fedelissimo Trio, con Stefano India al basso e Giuseppe Bruno alla batteria .
Matteo Mancuso, giovanissimo e talentuoso chitarrista, arriva al Lemon Jazz Festival preceduto cagli apprezzamenti dei mostri sacri della chitarra come Al Di Meola , Joe Bonamassa e Steve Vai;
“Un talento assoluto: ci vorrebbero due o tre vite per imparare anche per uno come me a improvvisare così bene alla chitarra come Matteo Mancuso ”.
(Al Di Meola, con il quale ha duettato, dopo aver aperto uno dei suoi concerti in Italia)
“L’evoluzione della chitarra è al sicuro nelle mani di musicisti come lui che rappresentano un nuovo livello per il tono, per la precisione nel tocco e la scelta delle note”.
(Steve Vai)
“Il musicista più incredibile che io abbia visto dall’epoca di Stanley Jordan. Come Marcus King ha completamente reinventato lo strumento della chitarra dal punto di vista tecnico”.
(Joe Bonamassa)
Nonostante questi complimenti che forse nessuno ha avuto come lui, il ragazzo di Palermo, non si è mai montato la testa, è un giovane educato, disponibilissimo con tutti e non ha per nulla gli atteggiamenti di una star ( quale potrebbe già essere) sia sul palco che fuori.
Ma chi è Matteo Mancuso? Un giovane fenomeno di 26 anni nato a Casteldaccia – Palermo “nel 2008 ho iniziato a postare dei brevi video su You Tube, fatti anche male. Poi durante la pandemia sono stato nominato in alcune dirette da Steve Vai e Joe Bonamassa e da lì tutto è cresciuto velocemente. Non ero un grande frequentatore di social ma sicuramente per un artista non esserci significa perdere una grande opportunità.”
“Ora sono su You Tube (con un mio canale), Facebook e Instagram. Mi manca solo Tik Tok.”
“ I miei inizi sono stati influenzati da Jimmy Hendrix poi i miei preferiti sono Allan Holdsworth insieme a Eric Johnson poi Frank Gambale, Steve Vai e Joe Bonamassa, hanno contribuito molto a farmi crescere”. “ Decisamente modelli importanti a cui poi aggiunge i Weather Report in ambito prettamente jazz rock”. I ragazzi si raccontano un po sul palco tra un brano ed un altro e prima di un classico di Jaco Pastorius, svelano come ad un concerto si sono ritrovati seduti davanti a loro i gemelli Pastorius, e lì, dice Matteo “ce la siamo proprio fatta sotto, ma tutto è andato per il meglio fortunatamente”.
Ma centra poco la fortuna, il trio è davvero bravo, al talento indiscutibile di Matteo Mancuso si aggiunge la bravura al basso elettrico di Stefano india che ricalca moltissimo lo stile sia di Jaco Pastorius che a tratti di Marcus Miller, mentre alla batteria non è da meno Giuseppe Bruno tra jazz e rock. La sezione ritmica insomma credo sia all’altezza del talento siciliano.
Matteo Mancuso ha uno stile tutto suo, e le parole di Al Di Meola lo confermano, lui suona senza l’uso del plettro, la mano destra arpeggia, tocca, batte sulle corde con una velocità e maestria inaudite, il taping sulla tastiera ricorda Stanley Jordan, ma è un altra cosa, con la sinistra scorre tutta la tastiera della sua Yamaha con una velocità e precisione incredibili, pop, jazz, fusion, rock, swing non ci sono limiti alla sua performance ed incanta il pubblico che resta letteralmente a bocca aperta aspettando il finale di ogni brano per dedicargli scrosci di applausi ed ovazioni.
Matteo Mancuso ha davanti a se di sicuro un grandioso futuro che accrescerà il suo talento con la maturità e l’esperienza che acuisirà negli anni a venire.
Una nomination anche a Mario Mormone e Claudia Cascone che ci regalano sempre grandi opportunità di vedere ed ascoltare grandissi mi musicisti al loro Lemon Jazz Festival.
@photo all right reserved Giovanni Esposito