Luca Pugliese: un artista versatile

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Pittore, Scultore, Cantautore Luca Pugliese si racconta

Racconto il “mio dentro” e il “mio fuori”, il “mio essere nel mondo”.

Prossima data del versatile artista irpino è il 2 Aprile a Roma con un doppio appuntamento: la mattina al Regina Coeli e la sera al teatro Arciliuto di Roma.

Luca Pugliese si presenta con il suo bagaglio,corposo,introspettivo. Le sue ricerche sono metamorfosi continue che fluiscono nelle sue opere. Spaziano dall’ arte figurativa a quella musicale. Il microcosmo Pugliese è sperimentale, tradizionale, futurista e folcloristico. Radice e contaminazioni sono il motore sempre acceso di questo mago chiamato Luca Pugliese. Tre progetti importanti: Fluido Ligneo, Cosmo Sonoro, One man band, che si alternano, si affiancano nella sua carriera .Collaborazioni importanti, di spessore, mostre, riconoscimenti importanti. In questa intervista ci parla dei suoi progetti.

Quanto Fluido ligneo ha influito su Cosmo Sonoro o viceversa? e se sì, perché?

Visto dal backstage, il progetto Fluido Ligneo è la palestra in cui mi alleno con i miei compagni di squadra. Intendo prove intensive, continue, a volte estenuanti. E a lungo andare il subconscio ne risente, tutti i sensi sono sinergicamente orientali all’ ascolto, arrivi al punto di vedere senza guardare, solo ascoltando. In me questo meccanismo si attiva inconsciamente, non saprei dire se si tratti di una mia peculiarità o appartenga a ogni musicista. Di certo, quando ho guardato retrospettivamente alle opere del filone Cosmo sonoro, mi sono reso conto che non avevo fatto altro che dipingere istintivamente quello che immaginavo e sentivo durante le prove: cavi, corde di strumenti, strumenti stessi, oltre – ovviamente – alla mia rielaborazione visiva dei suoni che producevamo. Ma questo non fa meraviglia, perché dietro il linguaggio di un artista c’è sempre un immaginario che vive di realtà ed emozioni. Non a caso, il mio tema figurativo preferito è l’albero, e questo perché, vivendo in un piccolo centro dell’Irpinia, al centro del mio skyline quotidiano ci sono gli alberi. Quindi, direi che Cosmo sonoro è una sorta di mix tra “il mio dentro”, quello che non si vede, e “il mio fuori”, cioè il mio essere nel mondo.

 In entrambi i progetti hai avuto diversi riconoscimenti e collaborazioni importanti, ad esempio Branduardi, Bennato. Dopo il vostro ultimo incontro il 12 marzo c.a. ci sarà qualche reunion o collaborazione futura?

Il progetto Cosmo sonoro ha dei limiti esistenziali ben precisi. Ha alle spalle un’importante pubblicazione (Skira Editore), location prestigiose (Triennale di Milano, Museo della Musica di Bologna), insomma, ha avuto un corso luminoso, ma è un’esperienza-scoperta che si colloca in un tempo definito, anche se la sua eco continua a vibrare e a essere per me fonte d’ispirazione. Fluido Ligneo, il mio progetto di musica d’insieme, pur avendo alle spalle una storia più lunga, è invece un’esperienza perennemente agli albori, perché è nato sotto la stella della contaminazione, quindi mi obbliga a una reinvenzione costante. Attualmente sono all’opera con una session cubana, due anni fa giravo le piazze con la Fluido Ligneo Ethnic Orchestra, incontro sonoro fra le diverse culture che oggi vivono con noi e fra di noi, tutte esperienze nate con l’intento di costruire qualcosa di nuovo, più che per la presunzione artistica di consolidarsi nel panorama musicale italiano. Per quanto riguarda Eugenio Bennato, è stato bello ed emozionante rincontrarlo su un palco dopo tanti anni. Nei primi anni duemila abbiamo condiviso forse più di cento tappe. Erano altri tempi, i tempi dei revival di tarantelle, ma quell’onda, che per un po’ anch’io ho cavalcato, oggi non mi appartiene più. Per molto tempo la gente ha considerato il mio Fluido Ligneo un progetto di musica popolare e folcloristica, ma non era assolutamente così, e ci sono voluti parecchi anni e sacrifici per liberarci da quell’etichetta. La nostra tarantella è musica da ascolto, al massimo da ballo, non da sballo: non va d’accordo con le folle di scalmanati, la suoniamo in luoghi di musica e, soprattutto, su tappeti di silenzio.

Fluido Ligneo Cuban soul, uno degli ultimi progetti dove si fondono ritmi lontani a quelli nostrani, un mix vincente. Ci saranno o hai già altri progetti di fusion interculturali?

Cuban soul è l’ultima versione dei Fluido Ligneo. All’ inizio mi hanno affiancato quattro musicisti cubani residenti in Italia, poi ho conosciuto altri musicisti del Sudamerica. Siamo in pieno cantiere, i lavori per un nuovo progetto discografico stanno per iniziare, la squadra è eccellente. Forse il prossimo Natale potrete mettere sotto l’albero il nostro nuovo disco.

Un’Ora d’aria colorata nelle carceri, progetto atipico, significativo, solidale, di condivisione dell’arte in maniera orizzontale e non verticale, di cui ti fai portavoce. Pensi che abbia avuto il giusto eco? Quanto ti ha arricchito questo percorso? Ti è rimasto un commento, un complimento a cui sei particolarmente legato? Avrà un seguito?

Questa è un’altra di quelle esperienze che vorrei cavalcare fino a quando ne avrò la possibilità. È stata una delle missioni che più mi hanno arricchito, sotto ogni aspetto. Nelle carceri mi esibisco da solo, in versione “one man band”, quindi suonare per i detenuti è stato un po’ come ritrovarmi con me stesso. Trovare una strada oggettivamente giusta è molto difficile, e questa invece si è rivelata una strada giusta: per il feedback positivo, in termini di calore, entusiasmo e partecipazione, da parte dei detenuti, per i risvolti sociali e per la mia crescita artistica. In due anni ho studiato e riarrangiato tantissimi classici, ed è sempre emozionante farli duettare con le mie canzoni e constatare con meraviglia che queste reggono il confronto, almeno nei concerti. Il progetto ha anche avuto una buona risonanza mediatica, anche se tardiva. Quanto ai complimenti ricevuti, mi piace ricordare questa frase, pronunciata da un detenuto alla fine di un concerto: “ Famme sapé quann tuorn, ca me fazz arrestà n’ata vot”. Per il resto, vi rimando alla lettura di un mio libro di prossima pubblicazione, che oltre al racconto di tanti concerti intra moenia conterrà anche un live unico, registrato nel carcere di Poggioreale.

Di ciò che hai realizzato fino adesso (sculture, pitture, album) a cosa sei più legato? O sono solo l’inizio di un continuo sperimentare, cercare? In altre parole il viaggiatore Luca Pugliese avrà sempre da raccontare fin quando viaggerà con occhi pieni di meraviglia?

Di tutto ciò che ho realizzato preferisco non parlarne. Ogni esperienza ha la sua irripetibile magia, e poi, come tu stessa hai detto, questo è solo l’inizio.

Nell’attesa del suo libro di prossima pubblicazione,ringraziamo Luca Pugliese…

fonte foto

www.fluidoligneo.it

www.lucapugliese.it

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