Lorenzo Fragola apre il secondo blocco e Noemi che finalmente, alla terza sera, riprende contatto con sé stessa e con la sua voce; canzone nella tonalità di un uomo, sarebbe bello sentirla cantare alla Mannoia.
Arriva Cristina D’Avena, per la gioia di grandi e piccini. E per qualcuno è il caso di stendere un velo pietoso.
Sorprendono ancora Elio e le Storie Tese, l’unica nota diversa in un festival sempre più impegnato a replicare sé stesso e la sua liturgia; stasera, a dispetto del trasformismo di Virginia Raffaele, arrivano a ricordare uno dei gruppi più incisivi e significativi degli anni Settanta: i Kiss e l’innovazione delle maschere, con relativi look metallari.
E finalmente l’exploit: “Amici miei” non è solo un film cult del 1975, è una filosofia di vita che Carlo Conti declina e coniuga riunendo il suo gruppo di amici storici, gli unici a cui gli autori RAI permettono qualche graffio alla nomenklatura (Renzi compreso, ndr): Leonardo Pieraccioni e Giorgio Panariello.
La gara continua con Arisa, elegante e motivata, si spende al 100%; gli Stadio onorano la finale con un impeccabile smoking, gli auguri di Carlo Verdone e un’esecuzione più pulita del brano in gara, “Un giorno mi dirai”. A seguire Annalisa che riporta in auge le spalline sul palco dell’Ariston col suo total black e “Il diluvio universale” che, al posto di nuvole e pioggia, regala una voce potente, che si avvia alla maturità piena.
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