Spettacolo di e con Gianni Lamagna
Nel periodo più significativo per i cattolici -quello natalizio- a scandire le ultime ore che ci separavano dal nuovo anno, il 30 dicembre 2014 Gianni Lamagna, artista e ricercatore del cantautorato d’autore della tradizione napoletana, ha eseguito il suo concerto dal titolo “ Se po’ sunà”. Non poteva esserci location più adatta che una chiesa, se poi quella in questione è il Santuario di S. Antimo è chiaro che la misticità -mescolata alla religiosità del luogo- è stato elemento di spicco.
Il luogo nacque per accogliere secoli or sono le sacre spoglie di Antimo prete e martire, che perì per mano dei Romani. I devoti vollero che qui fossero per sempre al riparo e in sua memoria decisero di titolargli questa cittadina alle porte di Napoli. Gianni Lamagna cantante, attore,musicista, si contraddistingue da sempre nel percorso artistico per aver espresso l’arte attraverso la sua personale attività di ricercatore. Come un archeologo meticolosamente scava, per portare alla luce nuovi reperti; egli esegue con la stessa perizia e gli anni di studi che gli vengono dal vasto repertorio artistico napoletano. Spesso o quasi sempre soffermandosi su brani meno conosciuti ai più. Dal 1979 e per diciassette anni è stato nella compagnia di Roberto de Simone, tra i fondatori di Media Aetas, tra le voci della Nuova Compagnia di Canto Popolare, fondatore dell’associazione di “Musica in Musica”, direttore artistico della rassegna “APERTURE” al Sacello degli Augustali, autore di “Racconti e Musiche per i giorni di Natale”, autore e protagonista di” Madri dolorose”,”Concerto per un principe di nome Totò” da cui l’omonimo concerto e cd, ”di Mare e di Amori” concerto a Villa Pignatelli, ”dell’Amore e della Luna”progetto di musiche e canzoni, e ”Neapolitan Shakespeare”diciassette sonetti musicati e tradotti in napoletano,etc.
Ed ecco, in una gelida sera d’inverno,viste le temperature non familiari alle nostre latitudini e qualche spruzzatina di neve, fedeli, ammiratori e istituzioni giungere per ascoltare questi musici. Oltre a lui: Paolo Propoli (chitarra), Sasà Piedipalumbo (fisarmonica ), Michele de Martino (mandolino). Sull’ altare adibito a dimora della natività, un colpo d’occhio davvero suggestivo, alternano eseguendo brani dal tono natalizio alla classica tradizione napoletana quali :‘A Nuvena, D’o mare e dd’ e rose, Sacco e Vanzetti, Connola senza mamma, Silenzio Piscatore, Lu Zampugnariello,’O Sole mio, Luna, Serenata Napulitana, Lu Guarracino, Se po’ sunà, Vieneme’nzunno, Stanotte ‘ Natale.
Chiediamo a fine concerto:
“Se po sunà” a cosa si ispira ?
– Se pò sunà è un “veicolo” per far conoscere al pubblico anche un’altra canzone napoletana, quella che generalmente non viene inserita nei programmi di questo repertorio. Nel concerto provo a far convivere canzoni poco note con alcune di quelle più famose
E’ la seconda volta nel giro di alcune settimane che lei torna a S. Antimo ed in una chiesa. La lega qualcosa a questo paese ?
-Ho tenuto il primo concerto il 17 ottobre, da solo, nella Chiesa Rettoria, e quest’ultimo il 30 dicembre accompagnato da un trio di bravissimi musicisti, nonché amici. Non saprei cosa mi lega a Sant’ Antimo, intanto, l’attenzione che l’ufficio cultura, ben diretto, ha nei riguardi dei miei progetti. In futuro vedremo se possono realizzarsi ulteriori “legami”.
Trova ricettiva la popolazione e l’amministrazione comunale a progetti artistici,particolari e raffinati come il suo ?
– Il pubblico, sia nella prima, che nella seconda esibizione, mi ha riservato una calorosa accoglienza, mostrando di gradire moltissimo il repertorio che propongo, e la maniera in cui lo realizzo. Ho scoperto di avere ammiratori Santantimesi che mi seguono da molti anni.
La scelta dei brani che ha eseguito come avviene ?
-I brani in scaletta sono in continua evoluzione, continuo con la mia ricerca nel grande patrimonio di fine ‘800 e ‘900 e in ogni concerto ci sono novità. Per questo del 30 al Santuario di Sant’Antimo, dato il periodo, ho proposto anche canzoni della tradizione natalizia, alcune delle quali mai ascoltate prima.
La scelta dei musici che l’accompagnano invece ?
-I musicisti si scelgono, ma si viene anche scelti. Intorno a me ci sono, da sempre, esperti conoscitori del repertorio, talentuosi strumentisti, e grandi amici. Solo così si possono creare quelle alchimie che arrivano al pubblico, e fanno conoscere un’altra canzone napoletana, un altro stile di canto, un altro modo di intenderla, e interpretarla.
Ci accenna al suo nuovo progetto in scena a breve al San Carluccio?
– Al Nuovo Sancarluccio sarò in scena dall’8 all’11 gennaio prossimi. Ritornerò con il mio “Sulo”, da solo, voce e chitarra, in un repertorio che mi permette di cantare e presentare brani che conoscono davvero in pochi, e che solo io propongo.
Ringraziandolo per il garbo col quale si rivolge a tutti, ha salutato il pubblico col brano “Comme è bello l’ammore” eseguito in ricordo di Gilda Mignonette, battezzata “La regina degli emigranti”, storica voce, sciantosa della baia di Napoli, d’Europa, e d’oltreoceano poi.
Lo incontrerete a teatro San Carluccio a Napoli dal 8 al 11 Gennaio c.m.
photo e video Angela Garofalo