Zibba&Almalibre – E Sottolineo Se è l’album omaggio a Giorgio Calabrese

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Un viaggio nella storia della nostra musica. La voglia di parlare attraverso le parole di un grande autore, vivente e brillante, che ha fatto innamorare Zibba, come molti, attraverso i versi delle sue canzoni.

Il racconto di un mondo passato, di quando la musica era ancora la musica. Con il supporto di Mescal e del Premio Bindi Zibba e Almalibre producono, con divertimento e grande rispetto, questo LP che vuole essere un regalo sentito ad una delle figure più importanti della canzone d’autore, in un panorama discografico in cui gli autori fanno ancora molto pur vivendo spesso all’ombra degli interpreti. Il cantautore Targa Tenco 2012 si affaccia per la prima volta all’interpretazione di qualcosa di non scritto da lui, sentendo queste parole tanto vicine da farle sembrare, a volte, sue.
 
 
LATO A
 
DIANO MARINA (Lauzi, Horel, Calabrese)
L’arrangiamento dei fiati richiama l’originale, opera di un grande Stefano Riggi, e appoggia su uno swing moderno che strizza l’occho a Brian Setzer. Gioioso, sentito. Un brano che passa di mano mantenendo le allusioni e le metafore proprie di questo divertente componimento.
 
E SE DOMANI (Rossi, Calabrese) SINGOLO PER LA ROTAZIONE RADIO
Questo grande brano, importante bandiera della nostra canzone d’autore, è stato rivisitato in chiave folk/reggae, uno dei linguaggi spesso utilizzati da Zibba e Almalibre nelle proprie composizioni. Il brano appare solare, e anche il testo guadagna un tono meno malinconico. Una nuova vita per questo evergreen che non smetterà mai di emozionare.
 
IL DISERTORE (Berg, Vian, Calabrese)
Poco da dire su questo capolavoro di canzone, rispettosamente arrangiata con solo due chitarre suonate live per un sapore ancora più folk. Zibba racconta di essersi emozionato tanto nel cantare questo brano. E l’emozione traspare.
CIAO TI DIRÒ (Reverberi, Calabrese)
Qui l’omaggio al Tom Waits di “Heartattack and Vine” è fin troppo chiaro, a prova di giornalista. Volutamente zoppo, storto, molesto. Un divertito duplice omaggio.
SENZA PAROLE (Reverberi, Calabrese)
Interpretare questo brano non è facile. Tutto retto dalla chitarra di Stefano Ronchi è un semplice sussurro ad uno dei capolavori di Calabrese, che esprime un concetto tanto piccolo quanto enorme dicendo cose che tutti vorremmo dire a chi amiamo.
 
 
LATO B
 
BALLA CHI BALLA (Bosco, Blanc, Calabrese)
Sembra la sigla di un telefilm polizziottesco mai esistito questa reinterpretazione del brano già cantato dalla grande Mina. La band si è divertita a dare un nuovo sapore alla canzone, e la cura dei suoni è parte integrante, non solo in questo brano, del lavoro.
I SING AMMORE (Massara, Calabrese)
La presenza di Caldero, già percussionista con Omara Portuondo, ha suggerito l’arrangiamento di questo classico. Le parole di Giorgio volano a Cuba, tra bicchieri di Ron e sigari e sorrisi. Un omaggio al “silencio” cantato dalla stessa Omara e Ibrahim Ferrer nel film Buena Vista Social Club.
PIOGGIA DI MARZO (Jobim, Calabrese)
Qui il vero e proprio lavoro di reinterpretazione di questo disco. Zibba ha voluto dare un altro volto alle parole, scovarne il lato più scuro. Moderno, sospeso. Potrebbe non trovare consensi tra i puritani, ma è proprio la perfezione della musica di Jobim a dissuadere dal voler copiare qualcosa ineguagliabile, e da qui l’idea di andare altrove con le note e l’atmosfera.
SE CI SEI (Bindi, Calabrese)
Questo brano, il 45 giri che lo contiene e l’incontro tra Giorgio Calabrese e Zibba di quel giorno sono la scintilla che ha acceso l’idea di questo disco. L’aneddoto vuole che Calabrese firmando il 45 a Zibba su una terrazza scrisse oltre al suo nome “il sopravvissuto” e che Zibba abbia pensato di omaggiare questo sopravvissuto ora che è felicemente in vita. La canzone fu anche, nell’anno in cui Zibba vinse il Premio Bindi, la cover scelta dalla giuria per l’esibizione del cantautore. 
O FRIGIDEIRO (Reverberi, Lauzi, Calabrese)
Un piccolo omaggio a Michael Brecker che Stefano Riggi ha voluto fosse il perno di questa semplicissima ma sentita versione di uno dei brani più divertenti scritti da Giorgio Calabrese. Un sax e una voce, per chiudere con semplicità questo disco così appassionato. E compratevi un frigorifero, che vi ci vuole!

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