Per la musica non c’è limite
Lo ZTL a cui ci riferiamo, in realtà, è lo ZurzoloTeatroLive, lo spazio di musica, arte e cultura aperto a Via Giuseppe Piazzi (Napoli), alla cui direzione artistica troviamo appunto Marco Zurzolo, sassofonista e compositore partenopeo che, dopo il notevole successo riscosso con un gruppo di musicisti ben affiatato al Festival della musica internazionale di Cartagena, torna a far tappa all’ Up Stroke il 17 gennaio c.a. per una serata di ottime note e di molte parole.
Accompagnato da Gianluca Brugnano alla batteria, da Diego Imparato al basso e Federico Luongo alla chitarra, propone un repertorio che spazia tra la sua produzione e la capacità di fondere il jazz alla tradizione di cui è figlio passando attraverso i classici come “In a sentimental mood” o “I feel good”, in cui il pubblico viene coinvolto, sul finale della serata. Assolutamente da riascoltare, “A rumba d’è scugnizzi”, intrisa del profumo di un Neapolitan power (ma proprio quello delle annate migliori) che è, ormai, un indiscusso marchio di fabbrica per chiunque a Napoli abbia desiderato fare musica, un punto di partenza da cui intraprendere la propria strada e conseguenti variazioni sul tema, senza trascurare di sottolineare la personale interpretazione di “Indifferentemente” di Zurzolo. In alcuni passaggi appare chiara la differenza che esiste tra uno strumento a fiato che, in maniera impeccabile, produce suoni e un sax dotato di una sua voce, come avviene in questo caso. Con un pizzico di milonga che non dispiace. “Passione” diventa una carezza di velluto sulla pelle, e ci è sembrato che -senza alcun preavviso- facessero capolino alcune note di “Chi tene ‘o mare”, unico accenno ad un uomo schivo, simpaticamente burbero come è stato Pino Daniele.
Deliziosa esecuzione di “Mò better blues”, e Zurzolo sfida i presenti nel rammentargli il titolo, dopo aver definito Napoli “una città aristocratica, dove ogni pietra ha una sua storia da raccontare” e dopo aver sottolineato, non senza un pizzico di polemica, quanto poco questa città curi la cultura che produce. In buona sostanza, ad un orecchio poco avvezzo al Jazz come quello di chi scrive, il sax di Marco Zurzolo sembrava giusto pure nella versione di “Roma nun fa la stupida stasera”; sarà perché il suo sax ha proprio una bella voce!
ph: Pasquale F. Amodeo