Silvio Berlusconi, pur provato dalle sue condizioni fisiche non ottimali, non vuole mollare la scena politica e continua a ruggire. L’ex presidente del Consiglio tenta di dare vita ad una formazione unitaria del centrodestra per vincere le prossime elezioni politiche. Mentre la Lega e la Meloni si contendono il primato nei sondaggi e Forza Italia vivacchia intorno al sette per cento, Berlusconi ha preso l’iniziativa, avendo capito la necessità di fare un decisivo passo in avanti. La sua proposta è netta, un nuovo partito, che possa accogliere alla pari tutte le forze che ad oggi si contendono con il centrosinistra la guida del Paese.
Silvio Berlusconi è pronto a tornare lasciandosi tutto alle spalle
Quello che ha in mente è molto chiaro: governare lasciandosi alle spalle le divisioni e gli errori del passato, presenti nei suoi governi e in quelli successivi. Fa riferimento anche a quelli degli altri paesi europei, andando peraltro in evidente contraddizione, perché si riferisce sia all’ esperienza laburista, che a quella gollista.
Il suo obiettivo di riferimento sembra essere il partito repubblicano americano, ma anche questo solleva perplessità perché questo partito ha avuto grandi difficoltà recentemente, soprattutto nel periodo della presidenza Trump, che lo ha fortemente scosso, soprattutto con l’assalto dei suoi sostenitori al palazzo del potere. Addirittura per la prima volta negli Stati Uniti si ipotizza una scissione dei repubblicani tra i sostenitori di Trump che potrebbero decidere di creare una nuova formazione politica e l’ala più tradizionale e moderata del partito. Berlusconi non vuole quindi la federazione del centro destra proposta da Salvini o la solita appannata alleanza, ma qualcosa di molto di più ambizioso, che partendo dal basso possa arrivare all’unificazione dei gruppi dirigenti.
Berlusconi e il ritorno in politica: una strada irta di ostacoli
Non proprio una fusione a freddo, ma un progetto politico, che in un tempo di due anni, dovrebbe individuare nelle realtà territoriali dei soggetti del centrodestra il motore del nuovo partito unico. Una strada che comunque si annuncia tutta in salita ed irta di ostacoli, soprattutto per i personalismi di Salvini e della Meloni. Berlusconi è consapevole che si tratta di un’operazione complessa e quasi impossibile, ma nello stesso tempo si rende conto che, se andasse in porto rappresenterebbe l’ unica novità in grado di scuotere gli appassiti scenari politici italiani. Inoltre sarebbe la risposta migliore alle difficoltà del centro sinistra e soprattutto a quelle ancora più gravi e tutte interne al movimento 5 stelle.
Berlusconi, occhio a Grillo: avversario politico
Grillo come e forse di più di Berlusconi, suo avversario storico che ha battuto nelle urne, ma che ora si ritrova alleato a sostegno di Draghi, non vuole andare in pensione a godersi il suo patrimonio accumulato in decenni di spettacoli. Il comico genovese ha presentato senza avvisare Conte, il suo ex beniamino, il nuovo simbolo del movimento, che sostituisce la dicitura legata al blog delle stelle con la data “2050”.
Probabilmente Grillo non ha gradito, che l’ex premier si sia visto a cena solo con i fedelissimi senza coinvolgerlo sulle nuove proposte di statuto e documento politico e così ha deciso di fare un incontro con i parlamentari del movimento. In questa riunione Grillo ha smontato completamente il lavoro di Conte, affermando che la sua proposta del nuovo statuto non è assolutamente accettabile perché priva di partecipazione democratica. Dunque lo scontro tra Grillo e Conte è più vivo che mai ed è lungi dall’essere risolto perché l’uomo che criticava Berlusconi in realtà, come l’imprenditore di Arcore, vuole essere lui a dettare la linea politica.
Grillo e la recupera del consenso: ridimensione Conte?
Grillo, per recuperare consenso all’interno del movimento dopo le uscite infelici per le note vicende processuali del figlio, ha lodato Di Maio come il ministro degli esteri migliore della storia della Repubblica e ha attaccato duramente il ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani, altra contraddizione evidente, se si considera la sua proposta a Draghi di costituire il ministero verde. Insomma Grillo non solo non lascia, ma raddoppia le sue forze per continuare a dominare il movimento, costringendo Conte ad un brusco ridimensionamento, se non addirittura ad una clamorosa ritirata dalla scena politica, ma questo lo capiremo nei prossimi giorni nei quali è atteso il nuovo capitolo della saga del movimento che avrebbe dovuto cambiare i connotati alla politica italiana.
A cura di Gianfranco Piccirillo