Nonostante l’annuncio di Conte di essere il leader dei 5 stelle, la rifondazione del movimento si è bloccata dalla fine del suo governo per i problemi economici e burocratici con l’associazione Rousseau di Casaleggio, che non sono stati ancora risolti.
Conte sta cercando nuove soluzioni politiche
Giuseppe Conte starebbe addirittura lavorando per portare il movimento all’opposizione, chiedendo ai suoi ministri di uscire dal governo Draghi, operazione che potrebbe essere favorita o invece ostacolata dai nuovi fatti di politica europea. Infatti l’asse Bruxelles-Roma in questi giorni è molto attivo e potrebbe comportare dei cambiamenti cruciali nello scenario politico internazionale e anche parlamentare italiano.
Il Comitato politico e di sicurezza dell’Unione Europea ha nominato Emanuela Del Re, ex vice ministra del governo giallorosso di Conte, rappresentante speciale per il Sahel, la fascia meridionale della regione del deserto del Sahara.
La candidatura è stata avanzata da Josep Borell, Alto rappresentante dell’Ue per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, grazie anche ai buoni uffici del ministro degli esteri pentastellato. Luigi Di Maio ha avuto modo di apprezzare Emanuela Del Re nel governo Conte II come esperta della questione fondamentale dei rifugiati e della migrazione africana, che passa soprattutto dai Paesi del Sahel.
Un seggio libero a Montecitorio
La sua nomina in seno all’Ue potrebbe avere dei risvolti importanti sulla politica italiana, dato che con le dimissioni da parlamentare, obbligatorie dal giorno del suo insediamento, il 1 luglio, si libererebbe un seggio a Montecitorio. Questa diventa l’occasione migliore per il movimento 5 stelle di fare entrare per la prima volta nel campo parlamentare Giuseppe Conte.
In questo modo la sua situazione di stallo per la vicenda dei contributi mancati a Rousseau e i nodi burocratici dello statuto si sbloccherebbe definitivamente, perché Conte rientrerebbe a pieno titolo nel gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle, avendo la possibilità di collegarsi concretamente con tutti i suoi parlamentari.
Ovviamente l’ex presidente del Consiglio ha tutto l’interesse a farlo, ma ciò che fa riflettere è che dietro a questa operazione ci sia la regia di Luigi Di Maio. Evidentemente il ministro degli Esteri vuole dimostrare di non essere in contrapposizione a Conte nel movimento, nonostante le differenze emerse soprattutto sulle questioni della giustizia, e quindi di non voler intralciare la sua nuova leadership, che però stenta a decollare.
Insomma Di Maio tenta di scacciare il sospetto di voler ostacolare Conte, come invece la sua svolta garantista sembrava far intendere, magari per diventare interlocutore privilegiato del PD sulle questioni della giustizia. Tra l’altro alcuni membri dello staff di Conte ai tempi di Palazzo Chigi: da Rocco Casalino a Maria Chiara Ricciuti, starebbero ormai sul punto di essere assunti dal gruppo parlamentare del movimento, con l’obiettivo di rafforzare la comunicazione grillina di Montecitorio. Quindi Conte dovrebbe correre in autunno alle suppletive nel collegio uninominale di Roma Primavalle, dove nel 2018 venne eletta Emanuela Del Re in contrapposizione sia al centrodestra che al centrosinistra, mentre Enrico Letta lo potrebbe fare a Siena. In tal caso M5s e Pd dovrebbero supportarsi a vicenda, rinsaldando un’alleanza, che stenta a decollare sulla scelta dei candidati a Sindaco nelle prossime elezioni comunali, soprattutto a Roma.
Conte, troppo fuori dai giochi politici?
L’effetto di un candidato unitario nel collegio di Roma Primavalle avrebbe un aspetto simbolico dirompente perché andrebbe a collegarsi con la sfida contemporanea per il Campidoglio tra Virginia Raggi e gli altri candidati, compreso quello del centrosinistra, che dovrebbe scaturire dalle primarie del 20 giugno.
Dunque Conte cerca di uscire dall’isolamento in cui è piombato per le vicende burocratiche, che hanno visto versare il contributo mensile per il M5S dopo quello cancellato alla piattaforma Rousseau, ma ancora reclamato da Casaleggio, solo a 78 parlamentari sui 237 ancora ritenuti del movimento.
Le vicende dei 5 stelle fortemente divisi al loro interno e insidiati dagli ex Di Battista, Lezzi e Morra che ormai sono competitori, potrebbero ulteriormente favorire l’escalation del partito di Giorgia Meloni,, che è stato ricevuto a Palazzo Chigi dal presidente del Consiglio in un confronto di oltre un’ora. Entrambe le parti, Meloni e Draghi, attraverso i loro staff, hanno definito l’incontro franco, lungo e cordiale nel quale sono stati affrontati i temi legati alle progressive riaperture, alle misure anti Covid e alla ripresa economica e sociale del Paese.
Se oltre questi temi si fosse parlato poi di servizi segreti ed elezioni quirinalizie non è dato saperlo, ma neanche lo si può escludere, facendo aumentare la preoccupazione di Conte di essere troppo fuori dai giochi politici. Per lui c’è la necessità di entrare nel campo parlamentare, prima ancora della valutazione di portare il movimento fuori dal governo attuale.