Esperimenti centristi


Si sente nel centrosinistra la mancanza di personaggi autorevoli dell’area più moderata, come ad esempio lo è stato Franco Marini, probabilmente l’ultimo grande leader nazionale del popolarismo di ispirazione cristiana. Essendo l’opposizione al governo di Giorgia Meloni dominata da forze politiche di sinistra, qualche mente sta ipotizzando di inserire un luogo politico, una vera e propria “tenda” centrista, moderata e cattolica nei pressi del Partito Democratico, per estendere e irrobustire il progetto di centrosinistra, che al momento sembra troppo sbilanciato sulle posizioni estreme.

Il ruolo di Bettini e la componente cattolica

Goffredo Bettini, ex dirigente politico del comunismo italiano e successivamente dello schieramento progressista, si è convinto della necessità di valorizzare la componente cattolico-democratica e popolare all’interno della coalizione di sinistra. Dalle opposizioni, escludendo le formazioni politiche di Renzi e Calenda, Più Europa di Bonino e il PSI di Maraio, si sente solo la voce radicale e, a volte, massimalista della segretaria del PD Elly Schlein, quella populista e spesso demagogica del Movimento 5 Stelle di Conte e quella ideologica ai confini dell’estremismo di Alleanza Verdi e Sinistra Italiana, rappresentata da Bonelli e Fratoianni.

CGIL e limiti dell’attuale opposizione

In questo quadro, la CGIL di Landini — seppure indebolita dall’esito deludente dei referendum sul lavoro — sembra comunque una macchina organizzativa disponibile a un discorso programmatico più inclusivo per la coalizione. Ma evidentemente non può bastare. Per Bettini è fondamentale, per essere competitivi alle prossime elezioni regionali e politiche, garantire una dignitosa presenza nelle istituzioni a rappresentanti del cattolicesimo più moderato, ex cattocomunisti, semplicemente ex democristiani o cristiano-sociali.

La tenda dei centristi e il pluralismo della sinistra

Per l’ideologo Bettini, nella battaglia contro il centrodestra devono esserci anche i cattolici popolari e democratici che legittimamente continuano a individuare nel centrosinistra l’unico spazio politico disponibile per una presenza attiva nella vita pubblica italiana. Il termine “tenda dei centristi” può essere inteso nel senso più poetico che pratico: un luogo che ospiti coloro che non si riconoscono pienamente nelle sinistre attuali — due, tre o perfino quattro — ma che restano indispensabili per confermare il pluralismo del cosiddetto “campo largo”.

Un’assenza di leadership moderata

Negli anni passati, figure come Franco Marini e Mino Martinazzoli erano protagonisti nel centrosinistra. Oggi i leader dell’area moderata si devono accontentare di ruoli secondari, anche dal punto di vista organizzativo. Eppure il cattolicesimo popolare e sociale resta una prospettiva interessante, poiché da quella tradizione proviene gran parte dell’elettorato che ancora si riconosce in quel filone culturale.

I Comitati “Più Uno”: partecipazione dal basso

Per recuperare credibilità e coinvolgimento, Bettini punta su una nuova struttura: i Comitati “Più Uno”, nati per promuovere partecipazione politica dal basso in tutta Italia. Questi gruppi dovrebbero essere promotori di elaborazione e proposta, attivi ovunque ci siano cittadini motivati a lavorare per il futuro del Paese. Saranno liberi di associarsi e proporre iniziative ispirate ai valori repubblicani e di un sano europeismo. Il nome completo dovrebbe essere “Più Uno, per l’Italia, per l’Europa”.

Le sfide: crescita, ambiente, diritti e pace

Secondo Bettini, l’Italia deve contribuire con la sua creatività alle riforme di cui l’Europa ha bisogno, per affrontare sfide globali come crescita economica, ambiente, diritti (e doveri), nonché la pace e le migrazioni. Solo con impegno e partecipazione si potrà migliorare la vita del Paese e risolvere problemi che oggi appaiono insormontabili.

Primavera, l’associazione di Spadafora

Nel campo progressista è nata anche un’altra iniziativa: l’associazione Primavera, fondata il 25 gennaio a Roma. Aderiscono cittadini legati ai valori del centrosinistra, attivi nei territori e spesso delusi dall’attuale offerta politica. L’associazione fa capo all’ex ministro Vincenzo Spadafora, con un passato tra le forze post-democristiane e il Movimento 5 Stelle. L’obiettivo è recuperare gli astenuti, offrendo loro un nuovo spazio di impegno concreto. Secondo Spadafora, proprio gli astenuti potrebbero rappresentare la chiave per riportare il centrosinistra a competere alla pari con il centrodestra.

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