Gheddafi odiato…e Amato?


C’è stata una conferenza stampa dell’ex presidente del Consiglio e della Corte Costituzionale, Giuliano Amato, per chiarire il senso delle sue recenti dichiarazioni sulla strage di Ustica avvenuta nel 1980.

Amaro ha chiarito che non ha nessun attrito con una nazione importante come la Francia, di cui anzi si dichiara molto amico. Amato fa pure una battuta sul calcio, affermando che l’unica sua questione aperta con la Francia è la testata di Zidane nel petto di Materazzi, durante la finale mondiale di Berlino.

In realtà, a suo giudizio, sono stati quelli che hanno scritto che le sue dichiarazioni sono ostili alla Francia, che in realtà hanno voluto creare un attrito, senza ricercare invece la verità dei fatti.

Comunque le dichiarazioni di Giuliano Amato sulla tragedia di Ustica del 27 giugno 1980 hanno suscitato molte reazioni, perché nell’intervista a Repubblica, l’ex Presidente del Consiglio ha voluto ricordare tutta la complessa dinamica di un episodio costato la vita a ben 81 passeggeri in volo sul DC-9 dell’Italia.

L’aereo, decollò da Bologna ed era diretto a Palermo, ma fu abbattuto alle ore 20’59’’ del 27 giugno 1980, nel tratto del Mar Tirreno tra Ponza e Ustica.

Le conseguenti inchieste giudiziarie furono contrastate in modo sistematico, e le responsabilità non sono mai venute fuori e oltre le parole recenti di Amato anche quelle di Cossiga in passato, hanno tirato in ballo con una certa attendibilità l’intervento militare della Francia nell’ambito di un’operazione volta ad eliminare Gheddafi, capo politico indiscusso della Libia. Infatti sembra che il missile che colpì il DC-9 avrebbe dovuto abbattere l’aereo che quella sera, secondo le informazioni di intelligence e servizi segreti, doveva trasportare proprio il colonnello libico.

Secondo Amato, esponente storico dei socialisti passato poi ai DS, in quella circostanza il segretario del PSI Bettino Craxi avrebbe messo Gheddafi in condizione di sventare il pericolo, provvedendo ad avvertirlo con un messaggio diretto.

Questo gesto forte fa capire la determinazione del leader socialista, disposto per le proprie idee di politica internazionale persino a fomentare l’irritazione degli alleati occidentali, anzitutto gli americani.

Nei commenti successivi all’intervista di Amato, i figli di Craxi, sia Bobo che Stefania, hanno contestato la ricostruzione dei fatti espressa dall’ex delfino politico del padre e vicesegretario del PSI dal 1989 al 1992.

Amato, secondo i figli di Bettino, ha confuso le date, perché Craxi operò un’azione di politica internazionale favorevole a Gheddafi solamente diversi anni dopo i fatti di Ustica ed esattamente nel 1986 e per situazioni differenti.

Lo scambio di date tra il 1980 e il 1986 è stato confermato da altri testimoni dell’epoca, anche perché la posizione di Craxi era già stata illustrata dai biografi e diversi storici in alcuni testi che fanno riferimento a questi fatti di politica internazionale. Per esempio Fabio Martini, autorevole giornalista della Stampa, nel suo libro Controvento, la vera storia di Bettino Craxi, edito da Rubettino nel 2020, chiarisce i termini della vicenda, esprimendosi con queste testuali parole : “Nell’aprile del 1986, subito dopo un attentato ad una discoteca di Berlino, gli USA decisero di dare una lezione al colonnello Gheddafi, bombardando senza preavviso il quartier generale a Tripoli. Chiesero il permesso di sorvolo a Francia e Italia, che lo negarono, ma Craxi fece qualcosa di più : fece avvertire Gheddafi dell’attacco degli F–111 alla caserma Bab Al Azizya e il colonnello riuscì a salvarsi”.

Uno dei più stretti collaboratori di Bettino Craxi, addentro a tutti i suoi segreti, ma che preferisce restare nell’ombra, è convinto che nell’ostilità americana verso Craxi, culminata con le vicende di tangentopoli e l’esilio ad Hammamet, il caso Sigonella con i carabinieri schierati e pronti ad intervenire contro i militari americani ebbe un peso minore, rispetto al salvataggio di Gheddafi.

Infatti gli Stati Uniti furono profondamente irritati con lo statista socialista Bettino Craxi, quando fece sapere in anticipo a Gheddafi che gli americani volevano colpirlo nel suo quartier generale e addirittura ucciderlo.

Insomma lo stesso Giuliano Amato, con un po’ di attenzione e, consultando la bella e documentata biografia di Martini, avrebbe potuto evitare di alzare un polverone sulla questione dell’aiuto di Craxi a Gheddafi, ma la gravità dei fatti denunciati da Amato non può essere sminuita da questo particolare, che riguarda lo statista socialista.

Le sue parole, infatti, non possono avere lo stesso valore di quelle di un “privato cittadino”, perché Giuliano Amato è un grande personaggio politico italiano, che nella storia recente della nazione ha rappresentato spesso le istituzioni ai massimi livelli.

La sua intervista a Repubblica è un fatto clamoroso e sorprendente e come era inevitabile se ne sta discutendo da giorni sia in Italia che in Francia.

Giuliano Amato ha voluto ribadire che nell’intervista non poteva rivelare la verità su Ustica, ma solo portare avanti l’ipotesi ritenuta più credibile tra quelle finora formulate, specificando che il suo scopo era quello di provocare un avvicinamento possibile alla verità.

Amato non ha chiesto al presidente della Repubblica francese, Macron, di chiedere scusa per i fatti di Ustica, ma di occuparsi seriamente della questione, dimostrando che il coinvolgimento del suo paese è infondato o invece nell’ipotesi opposta chiedere scusa all’Italia per le vittime.

Giuliano Amato è voluto tornare sulla questione in una conferenza, tenutasi presso la sede della Stampa estera , dichiarando testualmente : “la politica può fare ancora molto se vuole, perchè la vicenda di Ustica sia chiarita e non è detto – che sia necessariamente la politica italiana, potrebbe anche essere quella francese”.

Infatti, c’è il dubbio dopo oltre quarant’anni che da un aeroporto francese sia partito un aereo che ha compiuto un autentico disastro, che ha causato numerose vittime e per questo le autorità transalpine devono fare chiarezza.

Amato è preoccupato delle grandi difficoltà di ricercare la verità da parte delle associazioni delle vittime, perché stanno morendo i giornalisti attivisti su questo fronte, come Andrea Purgatori, che, era una voce importantissima.

Anche altri che hanno vissuto la vicenda purtroppo se ne possono andare, visto tutti gli anni passati e allora è giusto che parlino i piloti degli aerei che la notte del 27 giugno 1980 ronzavano attorno al Dc9 caduto.

Amato per questi motivi ha voluto rilanciare il suo appello alla Francia e in particolare al suo giovane presidente, Macron, che era solo un bimbo di due anni all’epoca dei fatti, chiedendo che almeno affronti la questione di Solenzara.

La base aerea 126 di Ventiseri-Solenzara “Albert Preziosi” è una base aerea dell’Armée de l’air situata in Corsica nel comune di Ventiseri non lontano dal confine tra i due dipartimenti dell’Alta Corsica e della Corsica del Sud e vicina alla costa tirrenica dell’isola nei pressi dello stagno di Palo.

Solenzara è la base militare da cui potrebbe essere partito il caccia, che lanciò il missile contro il Dc9, secondo una delle piste investigative. Giuliano Amato ha specificato in conferenza che l’unica ragione delle sue parole è il peso della sua età, perché una persona di 85 anni comincia a ragionare avendo in mente qualcosa di diverso da ciò che quotidianamente affligge i giornalisti, che si occupano di cronaca politica, e inizia a pensare che ha davanti poco tempo e a chiedersi se c’è qualcosa di utile e di incompiuto da poter ancora ricercare.

L’ex presidente del consiglio e della corte costituzionale ha detto testualmente: “Mi è arrivata la richiesta di Repubblica di parlare di Ustica, mi stava dentro, avevo avuto contatti recenti con le famiglie e ho iniziato a pensare che questa ricerca a cui le famiglie non rinunciano, sta per arrivare a un tempo irrealizzabile”.

Il peso della sua età quindi lo avrebbe condizionato, perché Amato si sta rendendo conto che la possibilità per lui di diventare presidente della Repubblica, ultimo ruolo che manca ad una clamorosa carriera politica, si sta allontanando definitivamente, ma evidentemente per lui non è venuta meno la voglia di fare gli interessi dei cittadini italiani.

 

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