Il referendum sulla giustizia ha interessato solo il 21% degli italiani. Per i cinque quesiti, l’affluenza è stata molto poco soddisfacente coinvolgendo solo il 20,8% degli elettori. Si è ben lontani così del 50 + 1% che avrebbe reso valida la consultazione. Tanta delusione dunque, per i partiti che hanno promosso il referendum sulla giustizia. Infatti, in merito alla partecipazione, parliamo di una fascia davvero molto bassa, nessuno quasi si è impegnato in questa consultazione. Dopo che è avvenuto lo scrutinio tutte le schede, nei 7903 Comuni dove si è votato, i dati sulle affluenze sono stati davvero molto poco soddisfacenti. Nei Comuni dove non si è votato anche per le comunali. L’affluenza addirittura è arrivata sotto il 14,7% degli aventi diritti. Ciò quindi fa capire che nemmeno l’elettorato del centrodestra, che secondo i sondaggi sarebbe almeno pari al 48%, avrebbe partecipato al Sì ai quesiti referendari.
Chi erano i partiti promotori del referendum
Per fare un’adeguata analisi politica, dobbiamo dire che la Lega e Forza Italia sono stati i partiti che si sono fatti promotori del referendum entrando sempre nel merito dei cinque quesiti e spingendo affinché si votasse per il Sì. Però, di fatto nemmeno i loro elettori hanno sentito questa battaglia come propria, quindi non hanno partecipato, ciò con grande delusione da parte del partito oltre che una sconfitta politica su cui è necessario interrogarsi. Non è un caso infatti, che all’indomani dei risultati del referendum, il centro destra sarebbe pronto a fare un mea culpa e a considerare quali sono stati gli errori di questa tornata per cercare di evitare che possa succedere di nuovo. Anche i risultati delle amministrative non sono stati positivi come si pensava per il centro destra e quindi è il momento di fare un po’ i conti con se stessi.
I dettagli sui singoli quesiti
Intanto, per quanto riguarda i singoli quesiti, i risultati sono altalenanti. In merito l’abolizione del decreto Severino, vi è stato il 53,97% dei votanti che ha sostenuto il sì a dispetto del no. Anche le schede nulle o bianche sono state abbastanza alte, ovvero 758.156. Il secondo quesito ha visto la vittoria del sì al 56,12% dei voti, mentre le schede nulle o bianche sono state 823.730. Per quanto riguarda il terzo quesito del referendum sulla separazione delle carriere tra giudici e magistrati ha vinto il 74,01% dei voti con il Sì e le schede bianche sono state 833.081. Alta anche la percentuale per il quarto quesito sulla partecipazione di avvocati e professori universitari nella valutazione dei magistrati. La percentuale è stata pari al 71,94% con 898.000 schede bianche o nulle. L’ultimo quesito sulle modalità in cui devono essere eletti i magistrati del CSM ha visto prevalere il 72,52% dei voti per il sì, mentre le schede bianche e nulle sono state 879.395. Insomma il referendum sulla giustizia ha portato a dei risultati che fanno interrogare su una necessaria risposta normativa, ma di fatto la consultazione non è valida proprio perché non si è raggiunto il 50% + 1 dei votanti. In queste ore quindi, i partiti continueranno a legiferare in Parlamento su questo aspetto per cercare di riformulare la giustizia in Italia e i sistemi su cui sono intervenuti inutilmente i quesiti referendari.