Alzheimer: Nuove cure e nuove sfide in Campania, tra innovazione e necessità di riorganizzazione


Con l’arrivo di nuove terapie iniettive per il trattamento dell’Alzheimer negli stadi precoci, la Regione Campania è chiamata a un cambiamento radicale nella gestione della patologia. Durante il convegno “Nuove sfide per il disturbo cognitivo. Traiettorie da esplorare”, tenutosi a Napoli e organizzato da Motore Sanità, è emersa la necessità di aggiornare la cabina di regia regionale, potenziare la piattaforma Sinfonia, creare un registro regionale delle patologie e migliorare i percorsi integrati di cura sul territorio.

Alzheimer, le nuove terapie: una svolta per i pazienti

I progressi scientifici stanno portando alla sperimentazione di anticorpi monoclonali, come quelli anti-Tau e anti-beta amiloide, che potrebbero modificare significativamente il decorso della malattia. Tali farmaci, se somministrati nelle fasi iniziali della patologia, possono rallentare la distruzione neuronale, offrendo risultati clinici senza precedenti. Negli Stati Uniti e nel Regno Unito, queste terapie sono già in uso, ma in Italia si attende ancora la loro introduzione. L’Università Vanvitelli è tra i centri che stanno conducendo studi promettenti sugli effetti di queste cure.

L’urgenza di una strategia regionale

Con oltre 50 mila pazienti affetti da Alzheimer in Campania – su un totale di 600 mila in Italia – la patologia si conferma come una delle principali cause di disabilità legate all’invecchiamento della popolazione. Da qui la necessità di aggiornare la programmazione sanitaria regionale per affrontare queste nuove sfide. Tra le priorità:

  • Aggiornamento della cabina di regia regionale per coordinare gli interventi.
  • Ottimizzazione della piattaforma Sinfonia, che raccoglie dati sui pazienti per un monitoraggio più efficace.
  • Creazione di un registro regionale della patologia, per ottenere un quadro epidemiologico completo.
  • Percorsi integrati di cura, che coinvolgano medicina generale, specialisti e centri di eccellenza.

Il ruolo del Piano Nazionale Demenze

Il Piano Nazionale Demenze rappresenta uno strumento essenziale per migliorare la qualità della vita dei pazienti e ridurre i costi socio-assistenziali a lungo termine, ma occorre un impegno concreto per garantire che i fondi destinati a tali iniziative vengano utilizzati in modo efficace e sostenibile al fine di evitare sprechi e garantire che tutti i pazienti possano accedere ai servizi necessari.

Il contributo della ricerca e il futuro delle cure

Fondamentale la diagnosi precoce. La malattia, spesso inizialmente subdola, richiede strumenti diagnostici avanzati e un sistema sanitario capace di intervenire tempestivamente.

Il sistema sanitario campano ha già dimostrato di saper affrontare sfide complesse, come la gestione delle cure per l’epatite C e le immunoterapie oncologiche. Ora, con il supporto della piattaforma Sinfonia, che include dati completi su 1.600 pazienti con demenza, si punta a migliorare ulteriormente il monitoraggio e il trattamento.

 

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