Basta un onesto vino del contadino


Come aperitivo, durante una importante cena, per brindare ad un successo, quando si è felici, quando si è tristi, da soli (meglio non capiti spesso!) e in compagnia, con il dolce, il salato o anche solo sorseggiandolo delicatamente durante una degustazione. Insomma in ogni dove, in ogni modo, è una bevanda che allieta anima corpo e mente: il vino.

Tempo di vendemmia

Quale momento migliore per parlare delle proprietà del vino se non questo, l’inizio dell’autunno, periodo di vendemmia?

Il vino, per il suo elevato apporto nutrizionale, in effetti più che una bevanda, può essere considerato un alimento; ad ogni modo, qualsiasi sia la classificazione, una cosa è certa, il vino ha notevoli proprietà benefiche per l’organismo.

Paragonabile ai benefici di un bicchiere con un paio di dita di vino è solo il the verde, noto per le sua ricchezza di antinfiammatori.

Quando si parla di vino ai pasti, si intende il consumo di un dosaggio regolato e regolare, non certo di abuso. L’abuso produrrebbe solo un danno vanificando tutte le proprietà dell’alimento (sostanza) in questione.

 

Il vino nei piani alimentari

Il vino è di per sé calorico: 100 ml di vino rosso ad esempio apportano 110 kcal (100 ml per intenderci sono poco più di una tazzina di caffè piena fino all’orlo). Nonostante il notevole apporto calorico, spesso è presente nei piani alimentari che elaboro in soggetti che non presentino patologie, né prendano farmaci particolari, ai quali personalizzo una alimentazione antinfiammatoria.

Naturalmente, parlo di vino buono, non quello alla moda, né quello costosissimo, ma quello del contadino che lo produce da sè senza modificarlo, né aggiungere altre sostanze, quello sì che rappresenta un eccellente antinfiammatorio.

Il rosso più del bianco.

Il nettare degli dei è ricco di antiossidanti, (in particolare polifenoli e flavonoidi): sfido chiunque, in questi due anni di pandemia, che non abbia sentito parlare di resveratrolo, tanto nominato come buon modo di contrastare le infiammazioni.

Bene! Il vino ne è ricco.

Sia chiaro che la quantità di antiossidanti provenienti dal vino sono buone ed efficaci solo in piccole dosi; se fosse un farmaco si seguirebbe la posologia della casa farmaceutica, nel caso del vino si parla di buon senso!

Il paradosso francese

Per spiegare meglio la funzione di “antiossidante”, si parla spesso di “paradosso francese”.

E’ certezza che i francesi, come o forse anche di più degli americani, mangiano veramente male; a differenza di questi però i francesi hanno una minore incidenza di morte per malattie coronariche.

Gli studi hanno sottolineato come questo dato possa essere correlato al maggiore utilizzo in Francia di vino, preferibilmente rosso e corposo, rispetto alle bevande gassate e altri intrugli che sorseggiano gli amici americani.

L’assorbimento del vino è quasi immediato; già dalle pareti dello stomaco passa  al sangue e da qui al cervello, motivo per cui gli effetti si percepiscono subito, come la leggerezza della testa ed il senso di euforia.

Ribadisco, sottolineo e sottoscrivo l’importanza di utilizzare questa bevanda con assoluta moderazione e senza eccedere nella frequenza. I problemi, se si superano certi livelli, sono quelli di assuefazione che è un argomento tanto difficile quanto delicato da affrontare.

Conoscere i benefici del cibo ci aiuta ad alimentare il nostro corpo in modo corretto per mantenerlo in salute.

E poi direi che se è vero che in vino veritas, per scoprire qualcosa da qualcuno, affidiamoci ad un ‘sano’ brindisi!

 

 

 

 


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