Il fegato grasso, indicazioni dietetiche e comportamentali

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Il fegato grasso è una condizione molto comune che va a interessare gran parte della popolazione obesa o in sovrappeso, ma non solo; infatti anche un soggetto “magro” né può essere colpito. Questa patologia del fegato legata all’accumulo eccessivo di trigliceridi è definita scientificamente: steatosi epatica.

Il fegato grasso, cause

In condizioni fisiologiche il nostro fegato, organo molto complesso che svolge innumerevoli funzioni sia per lo sviluppo che per la nostra sopravvivenza, non accumula riserve di grasso (trigliceridi) nelle sue cellule ma può presentare invevd degli accumuli di grasso  negli spazi tra le cellule (spazi interstiziali). L’accumulo di trigliceridi nel fegato in piccolissime quantità può rappresentare una possibilità di energia di pronto impiego in caso di necessità ma quando le concentrazioni di questi grassi  superano del 5% il peso del fegato stesso viene a stabilirsi la steatosi epatica che risulta diagnosticabile con una semplice ecografia.

La steatosi epatica può manifestarsi sotto due forme: steatosi epatica alcolica causata da un abuso appunto di alcolici e la steatosi epatica non alcolica (NAFLD) in cui la condizione si presenta in soggetti che non fanno invece uso di alcol e che può poi evolvere in un infiammazione cronica del fegato definita come steatoepatite non alcolica (NASH).

Attualmente i dati scientifici affermano che la steatosi epatica non alcolica è in forte aumento nei paesi industrializzati dove le cattive abitudini alimentari sono all’ordine del giorno; basti solo pensare che ben  il 90% degli obesi ne soffre, circa  il 70% dei soggetti in sovrappeso e il 60% di quelli diabetici.

Alcuni dati rilevabili da diversi studi mettono in correlazione la steatosi epatica non alcolica con l’insulino-resistenza e questo anche in assenza di sovrappeso e/o obesità.

Ancora più allarmanti e preoccupanti sono i dati che riguardano i bambini obesi in cui si riscontra addirittura che quasi  il 50% di essi sono affetti da NAFLD, così come lo sono, a causa di una diseducazione alimentare,  il 6% dei bambini normopeso. Alcune condizioni di NAFLD nei bambini potrebbero essere legate ad anomalie metaboliche riscontrabili anche durante la vita intrauterina.

Steatosi epatica non alcolica, quali sono le principali cause?

La principale causa di NAFLD sembra essere l’assunzione eccessiva di carboidrati raffinati e di grassi saturi con l’associazione di una riduzione dell’attività fisica. Bisogna considerare anche fattori familiari predisponenti all’obesità, alle dislipidemie, all’ insulino-resistenza e al diabete di tipo 2.

Soprattutto l’insulino-resistenza, cioè la diminuzione degli effetti dell’insulina nel ridurre la glicemia, sembra svolgere un ruolo primario nel determinare una serie di eventi che portano alla comparsa della steatosi epatica non alcolica.

Nella maggior parte dei casi la NAFLD risulta essere  una condizione benigna, ma ciò non significa assolutamente che essa vada sottovalutata in quanto può diventare ed evolvere in una condizione cronica provocando uno stato infiammatorio che porta ad una stetaoepatite caratterizzata da processi di alterazione del tessuto epatico che possono degenerare in cirrosi epatica e in ultimo stadio ad un carcinoma del fegato.

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Indicazioni dietetiche da seguire

La steatosi epatica è, generalmente, una condizione reversibile che può essere tranquillamente superata seguendo principalmente una dieta ipocalorica varia e ricca in verdure, raggiungendo n questo modo una riduzione del peso che conseguentemente provoca in maniera automatica una diminuzione dello stress ossidativo che è quello che provoca poi il processo infiammatorio. E’ fondamentale poi associare ad una corretta alimentazione una buona attività fisica basata in particolar modo su esercizi aerobici come la corsa o la camminata a passo svelto.

Risulta poi determinante l’introduzione di fibre in quanto è stato visto che i soggetti affetti da steatosi epatica sviluppano una disbiosi associata ad una ridotta capacità di produrre acidi grassi a catena corta che sono quelli che svolgono una funzione protettiva per la salute del nostro intestino.

In condizioni di fegato grasso è bene ricordare inoltre che bisogna evitare sia tutti gli alcolici e i super alcolici dato che l’alcol, oltre ad essere una sostanza cancerogena, è una sostanza estremamente tossica per il fegato sia i cibi fritti che essendo ricchi di grassi ossidati aumentano l’infiammazione epatica.

E’ possibile però consumare una buona quantità di cibi considerati antiossidanti, per la loro azione protettiva e ne sono un esempio alimenti che contengono composti polifenolici come la verdura e la frutta fresca ma anche la frutta a guscio come mandorle, noci e nocciole.

Esistono piante officinali che sono corrono in aiuto del nostro fegato, che rientrano nella categoria dei nutraceutici e sono ad esempio il tarassaco, il cardo mariano e il carciofo.

In conclusione un recente studio ha dimostrato che il consumo di grani tradizionali, (una tipologia di frumento ottenuta da vari incroci, che permettono di ottenere un grano più nutriente e salutare) hanno effetti positivi sul fegato, poiché contengono polifenoli, selenio e altri minerali che contrastano l’insorgenza della steatosi epatica.

 

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