Sono molte le giornate dedicate a qualcosa, oggi è la giornata dedicata al 420. A cosa mi riferisco? Alla giornata del 20 aprile dedicata alla marijuana.
Nessun sorrisino sghignazzante, nessuno sguardo smarrito, oggi è la giornata a parer mio dedicata ad una sostanza ad uso terapeutico dalle potenzialità non ancora ben sfruttate.
Oggi è la giornata dedicata al 420
La nascita di questa giornata di certo affonda le sue radici nelle terre d’oltreoceano, dove 420 sta per 20/4 che è la data di oggi.
Cos’è? Un’ode ad un vegetale? Un’esortazione al consumo? Una spintarella a provare? Nulla di tutto ciò per quello che mi riguarda, piuttosto è un riferimento ad un fitoterapico a uso medico.
Sì, perché la cannabis viene utilizzata come base di farmaci per diverse patologie:
Parkinson
Alzheimer
Sclerosi Multipla
ed è un aiuto nella gestione del dolore cronico, della nausea, del vomito, degli spasmi, dei crampi legati alla chemioterapia.
No, lo ripeto, la mia non è un’ode alla cannabis: utilizzare i principi di questa pianta come terapia non è una cosa che sto inventando io, ci sono molti studi legati alla marijuana e alle prerogative dei costituenti principali ovvero l’HTC E IL CBD che hanno una azione analgesica e rilassante, dipendente dalle quantità dei principi presenti.
L’effetto di queste due sostanze sul nostro sistema nervoso è legato al fatto che in condizioni fisiologiche il nostro corpo produce sostanze simili ovvero gli endocannabinoidi.
E attenzione non si risolve tutto con la legalizzazione e il consumo personale: si tratta di una sostanza utile ai fini terapeutici se ben utilizzata.
Ad uso medico il miglior metodo di assunzione rimane l’estratto in olio, difficile da preparare e da mantenere stabile.
Una canna non è un farmaco
Lo ribadisco, una canna non è un farmaco, sono da sfruttare gli effetti benefici di una pianta che nel tempo è stata maltrattata per l’utilizzo sbagliato, ma che nasconde numerose caratteristiche.
Sono vari gli studi in merito, soprattutto nostrani, coadiuvati dalle informazioni date da ricercatori importanti come quelli della fondazione Veronesi, che interessandosi di patologie di vario tipo, e soprattutto oncologiche, ha investito e investe in queste ricerche.
In Italia a che punto siamo?
La Normativa Italiana, da oltre dieci anni, permette ai medici di prescrivere la cannabis ad uso terapeutico. Tuttavia, secondo il decreto ministeriale del 9 novembre 2015, il suo uso deve essere concordato con il paziente, il quale deve rilasciare il suo consenso per il trattamento.
Nella ricetta, inoltre, il medico è tenuto a specificare i motivi di tale prescrizione. In caso di necessità, l’autorità sanitaria può risalire all’identità del paziente.
Lo ripeto non è un’ode alla marijuana, ma un’applauso alla natura che ci dona rimedi o palliativi al dolore.