Polonia, “un paese che già prima di oggi aveva delle regole molto ristrette”


Da oltre dieci giorni, in Polonia, sono in corso proteste contro il divieto pressoché totale dell’aborto. Attualmente in Polonia l’aborto è consentito solo in tre casi, ovvero quando la salute della donna è in pericolo, quando si verifica uno stupro e quando il feto presenta malformazioni.  La decisione della Corte Costituzionale di abolire la possibilità di abortire in caso di malformazione del feto, ha scatenato il movimento di protesta che da giorni, in piena pandemia, invade piazze e strade.

“La vita umana ha un valore in ogni fase di sviluppo e dovrebbe essere protetta dalla legge”.

Le proteste sono esplose in tutto il Paese quando la Corte Costituzionale ha stabilito che le leggi che consentono l’aborto per malformazioni al feto sono incostituzionali. La vita umana “ha un valore in ogni fase di sviluppo e dovrebbe essere protetta dalla legge”.

Si tratta di un argomento di estrema delicatezza che divide in due l’opinione pubblica. A tal proposito abbiamo chiesto un parere al Dr.Salvatore Ercolano, ginecologo. Di seguito le sue parole.

Polonia, “un paese che già prima di oggi aveva delle regole molto ristrette”

“La Corte Costituzionale della Polonia intende prendere una decisione epocale ed imporre un giro di vite drastico alla legge che regola l’interruzione di gravidanza, in un paese che già prima di oggi aveva delle regole molto ristrette. Ci troviamo così in una condizione in cui in alcuni paesi europei (Francia, Inghilterra Grecia) l’interruzione di gravidanza ha un regime più permissivo contro altro in cui è molto più difficile accedere alla procedura.

In Italia abbiamo, per fortuna, la legge 194, che nasce come legge a favore della tutela della maternità responsabile. È la legge con cui sono stati istituiti i Consultori e, contrariamente a quanto si pensi, è una legge che tutela le donne e cerca di prevenire l’aborto.
Il mio parere, da medico e da cristiano, è che lo stato DEVE essere laico. Un conto è il significato etico, religioso, umanistico della pratica abortiva, ben altro è l’impatto sociale che una legge oscurantista può determinare.

“L’aborto ha diverse facce”

L’aborto ha diverse facce che raramente sono quelle della donna che vuole disfarsi di un “errore”. Ha più spesso il volto di chi vive in disagio sociale, economico; ha spesso il volto di un “rapporto estorto con violenza”. E, purtroppo, viene eseguito a volte per diagnosi di malattie del feto, talvolta incompatibili con la vita.

La legge 194 in Italia ha determinato la regolamentazione di una pratica che veniva comunque svolta clandestinamente, con le conseguenze sulla salute delle donne che spesso venivano sottoposte ad interventi cruenti senza assistenza adeguata e senza le norme di sicurezza necessarie.

La decisione di procedere all’interruzione di gravidanza è dolorosa ma, in genere, le donne che prendono questa decisione difficilmente fanno marcia indietro. Le divisioni della corte costituzionale polacca spingeranno queste donne verso la clandestinità o verso l’emigrazione sanitaria verso altri paesi dove la legislazione è più permissiva. Questo non va nel senso della difesa dei diritti delle donne che infatti numerose hanno protestato in strada nei giorni passati.”

(Dr. Salvatore Ercolano)

 

 

(Foto pubblica su Facebook)

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