Psicologia e Coronavirus. Impatto sulla mente dell’uomo

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Il mondo sta affrontando in questo momento storico un fenomeno epocale di emergenza sanitaria.

L’ 11 marzo 2020 l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) dichiara la pandemia (da“Pan-demos”, in greco, significa “tutto il popolo”) per il coronavirus (SARS-CoV-2), mettendoci tutti di fronte a una realtà e misure precauzionali che non conoscevamo. Il COVID-19  è entrato in maniera intrusiva nella nostra vita,  non abbiamo avuto il tempo di adeguarci all’ignoto , ci siamo trovati catapultati  in modalità a noi sconosciute  e ci stiamo organizzando per fronteggiare l’emergenza.

Seguiamo  chi pedissequamente chi meno le indicazioni che ci ha fornito il governo per arginare il contagio. L’imperativo di queste settimane,  è rimanere a casa ed uscire solo per necessità ; ma questo significa essere deprivati di contatti umani e affettivi.  Il ritiro  e l’isolamento sociale ha portato a spezzare i modelli di interazione usati dalle famiglie. Assistiamo ad una alterazione dei rapporti sociali  e  ad una  necessaria diluizione della nostra socialità. Le nostre vite sono cambiate,  l’organizzazione familiare va modificata, le abitudini quotidiane interrotte creando uno stato temporaneo di disorientamento .

Questo prolungato isolamento ha un impatto non indifferente sulla psicologia umana. Le conseguenze psicologiche sono numerose e a breve e a lungo termine.

Covid-19: Possibili conseguenze psicologiche

Un  recentissimo studio pubblicato sul Journal of American Medical Association, basato su un’indagine svolta dal 29 gennaio al 3 febbraio e relativa alla salute mentale di 1.257 operatori sanitari che hanno assistito pazienti affetti da Covid-19 in 34 ospedali della Cina”. I risultati non sono confortanti- si legge nello studio di Cantelmi – gran parte di essi riferisce di sperimentare sintomi di depressione (50%), ansia (45%), insonnia (34%) e distress (71,5%). Gli operatori sociosanitari rappresentano, a detta dello psichiatra, una delle categorie che necessita’ di supporto psicosociale immediato.

I risultati degli studi analizzati  mostrano  che gli effetti potenziali della quarantena vanno da ansia, depressione, distress, disturbo ossessivo compulsivo (in particolare quello da contaminazione) , disturbi dell’adattamento,  presenza di una fluttuazione del tono umorale,  , disregolazione alimentare, irritabilità ,  pensieri pessimistici e disturbi del sonno.

Tra le possibili conseguenze psicologiche a lungo termine la letteratura scientifica annovera  anche disagi annessi all’abuso di alcool, alla preoccupazione rispetto alla percezione di contrarre il Covid-19 anche una volta rientrata la fase emergenziale, alla paura di trasmetterla agli altri. Lo studio  evidenzia come questi risultati emersi tra i pazienti e gli operatori sanitari, possano durare anche mesi e anni dopo la quarantena .

Altri studi  hanno evidenziato che Il disturbo più frequentemente diagnosticato in altre epidemie del passato  alla fine della quarantena, fu il disturbo acuto da stress che si caratterizza da un periodo di ricordi intrusivi che si manifestano entro 4 settimane, in seguito a un evento traumatico cui si è assistito o che si è vissuto in prima persona. Dopo l’emergenza coronavirus gli studiosi evidenziano la probabilità  che gli italiani si troveranno ad affrontare  questo  disturbo (Ptsd) si verifichi in molti individui. .

Nelle famiglie  cominciano a trasparire i segnali di un disagio per la  condizione forzata e alla quale nessuno era preparato. Il senso di smarrimento e le preoccupazioni sul futuro, causate dall’incertezza e dalla crisi economica diventano sempre più presenti. Il forte impatto a livello psico-emotivo  rischia di alimentare stati di ansia e paura . Il pensare di non riuscire  ad adattarci ai cambiamenti nello stile di vita e di non riuscire a tollerare il disagio che da ciò deriva, può indurre stati emozionali di sconforto e di frustrazione.

Occorre che dentro di noi nasca la convinzione di essere capaci di fronteggiare questo periodo difficile attirando a noi pensieri costruttivi . Vige uno stato di allerta che se da un lato ci protegge dall’altro potrebbe innescare comportamenti non funzionali. Una buona gestione delle emozioni ci porta  quindi ad un equilibrio tra il sentimento di  paura e la valutazione del rischio oggettivo.

E’ fuori dubbio che dalla consapevole e programmata gestione di queste sofferenze psichiche l’intera società ne trae un vantaggio  , individui meno angosciati e psicologicamente “sostenuti” nell’impatto  con  l’evento stressorio si rivelano  più “lucidi”  e capaci di mettere in atto strategie di coping al fine di evitare condotte disfunzionali. Le ferite emotive che questa emergenza lascia in ognuno di noi rischiano di diventare indelebili  se non  ci si “attrezza “ai primi sintomi di disagio.

Naturalmente il tipo di disagio psichico manifestato  può variare da individuo a individuo anche in relazione allo stile di coping , di resilienza e alle  risorse disponibili sul fronte personale e sociale.

 I ricercatori britannici attraverso un’ampia rassegna di lavori pubblicati negli ultimi anni relativi a misure di contenimento di epidemie di SARS, Ebola, H1N1, MERS e altri tipi di influenza verificatesi in diverse parti del pianeta indicano i principali “stressor” che influiscono sullo stato psichico dell’ Individuo:

  1. la durata della quarantena;
  2. l’inadeguatezza delle informazioni ricevute;
  3. la carenza di rifornimenti di beni di prima necessità;
  4. la frustrazione per la privazione della libertà;
  5. la paura di infezione.

Risorse psichiche: Come affrontare il covid-19?

Una delle risorse per poter superare questo momento è rimanere ancorati ad uno stato di realtà, rimanere ancorati  al presente vivendo giorno per giorno e  cominciando a pensare già da ora a costruire un nuovo inizio. Impegnarsi a sviluppare le capacità progettuali che sono insite in ogni individuo.

Riprenderci il nostro tempo.

Quante volte ci siamo lamentati di non aver abbastanza tempo per noi e per i nostri cari.Anche la famiglia può  rappresentare una risorsa, possiamo riscoprire un patrimonio relazionale che non era oggetto di  un adeguata cura  in passato.  Si possono ritagliare spazi personali per dedicarsi alle proprie passioni: leggere il libro che aspetta pazientemente nella libreria; ascoltare buona musica e dedicarsi alla cura di sè. Possiamo ritagliarci  spazi per la ginnastica, per la meditazione  che favoriscono   la produzione di endorfine, un gruppo di neurotrasmettitori prodotti dal sistema nervoso che funzionano come oppiacei e antidepressivi naturali e che migliorano lo stato di serenità.

Si rivela di fondamentale importanza mettere in gioco tutte le risorse possibili; spostare l’attenzione dal pensare al fare  attivando le aree del cervello  deputate alla creatività. Impegnare la mente su azioni pratiche, dal giardinaggio, al disegno. La tecnologia ci viene in  aiuto con siti dedicati  ricchi di suggerimenti, per affrontare il coronavirus e gli effetti che ne derivano.

Impatto sui bambini del Coronavirus: Nuove modalità relazionali

L’impatto psicologico esercitato dalla quarantena è significativo in tutte le fasce d’età,  in quanto di fronte a noi  lo scenario di una realtà ancora scarsamente “mappata”.

Anche per i bambini e gli adolescenti  può diventare difficile e faticoso affrontare questo periodo. Improvvisamente hanno vissuto una brusca interruzione dei processi di socializzazione scolastica e sportiva. Diventa necessario  adottare modalità di comunicazione nei confronti del bambino  che aumentino il loro stato di sicurezza. In questo momento più che mai occorre riappropriarsi del proprio ruolo genitoriale e agirlo in maniera efficiente ed efficace.  Creare degli spazi  da vivere insieme  dove mettersi in una posizione di ascolto dei bambini . Accogliere le loro paure, le richieste,  i dubbi e potenziare le loro capacità . Favorire relazioni sane e nutritive, con la consapevolezza che i genitori sono dei modelli da imitare per i figli.

Costruire un mondo   in cui il bambino possa accettare anche delle situazioni reali che rimandano preoccupazioni e trasformarlo  in qualcosa di meno doloroso. Prendiamo ad esempio Roberto Benigni nel film “La vita è bella “ che trasforma la vita in un capo di concentramento in un gioco magico. Questo non vuol dire imbrogliare il bambino ma costruirgli un mondo che possa risultare migliore.  Rimandare al bambino che di fronte alle difficoltà ci sono per ognuno delle “possibilità di uscita”  da ogni disagio che per ognuno sono diverse . E’ buona cosa non esporre i bambini ai notiziari che potrebbero  creare confusione e angoscia.

Informazione: Necessaria ed efficace

In questo momento infatti  una comunicazione corretta ed efficace da fonti sicure si rivela fondamentale. Mancanza di informazioni  o informazioni contraddittorie o distorsive, costituiscono una grande fonte di stress per chi già si sente in una situazione di dipendenza. Si viene sommersi  ininterrottamente da una marea di informazioni di ogni tipo sul Coronavirus. Occorre evitare la ricerca compulsiva di informazioni, scegliere i canali giusti e  possibilmente una volta al giorno.

Il  fenomeno Coronavirus è un fenomeno collettivo e non individuale e mettersi  in condizione di agire in modo responsabile e aiutarsi reciprocamente a farlo aumenta la capacità di proteggerci e proteggere la collettività.

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