Allan, Napoli nel cuore. In azzurro ha trovato il calore brasiliano
Il piccolo Allan Marques Loureiro sognava di diventare come il puma Emerson, pilastro del centrocampo romanista ai tempi dello scudetto, sembrava lento, ma viaggiava veloce con il pensiero. Così ha cominciato il giovane Allan ad Udine.
Allan era inizialmente regista, ma poi si è spostato di qualche metro a fare l’interno di centrocampo. Così può spingersi dove gli altri non osano o non riescono, o non hanno la volontà e la stessa dedizione al lavoro per la squadra.
Allan ventiquattro anni ma con la testa sulle spalle, più gamba che testa, lavoratore inesauribile, instancabile. Forza, polmoni, determinazione, un mediano a tutti gli effetti insomma. Ora, ci si ritrova un Allan che non ti aspetti, con quel destro comunque sud americano, e quella confidenza con il pallone che solo un brasiliano può avere. Contro il Brugge ha mandato lo spagnolo Callejon in porta.
Giocatore che in campo sta crescendo, sempre pronto a buttarsi nella mischia e risolvere il tutto con fredda lucidità, muovendosi con armonia, interpretando le idee di Sarri. E’ all’occorrenza anche un organizzatore preciso, puntuale, pronto a dettare i tempi della manovra.
Quando era al Vasco da Gama, lì dove è cresciuto, giocava allo stadio “San Gennaro” e quest’ estate, quando il Napoli ha bussato alla sua porta con l’offerta, non ha esitato ad accettare, sarà casualità? Di certo i santi non intercedono per questioni sportive, ma può darsi che il patrono abbia deciso di fare uno strappo alla regola, regalando al suo collega San Paolo, che ogni domenica ospita il suo popolo, un piccolo gioiellino da sfoggiare in campo, per la gioia dei tifosi napoletani.