Analisi di un Cragno futuro nerazzurro


Analisi di un Cragno futuro nerazzurro

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A mio avviso il tanto decantato portiere di Fiesole ha delle pecche tecnico-atletiche.

Sebbene abbia notato dei miglioramenti che lo elevano a uno dei migliori portieri della Serie A, considerando la mole di tiri che subisce nell’arco di una gara (e questo evidenzia come difesa e centrocampo non filtrino abbastanza) rimane certamente un gran bel giocatore ma alterna grandi cose a grandi errori, macro e microscopici, che solo un’occhio attento può notare.

Ragion per cui forse non l‘Inter e nemmeno una Grande squadra prenderà a fine stagione, dopo l’Europeo il ragazzo cresciuto a Cagliari.

Ma bisogna vedere, il mercato è strano e comunque le grandi parate potrebbero annebbiare la vista di un potenziale acquirente.

Perché comunque vada il Campionato, qualsiasi posizione di classifica che la squadra di Semplice raggiungerà una cosa è certa, Alessio Cragno verrà venduto al miglior offerente.

Come disse il Presidente, “il ragazzo va accontentato“.

IL DOMINIO DELL’AREA,  PICCOLA E NON

Non ci siamo, Cragno spesso ha preso gol, come a Roma coi giallorossi e in tante occasioni.

Ultima la prima rete della Sampdoria domenica scorsa.

L’INFORTUNIO DEL 2019

Sarà, ma da quando ha tolto i guanti della porta del Cagliari a Robin Olsen, che era stato preso proprio per sostituire il Fiesolino, l’impressione è che i problemi sono due: psicologico e reale.

Il primo perché Alessio potrebbe avere la paranoia dell’infortunio, o forse che non si è ripreso ancora bene dallo stesso.

La paura che possa succedere di nuovo lo vede timoroso e poco deciso nelle uscite, non che prima fosse molto coraggioso.

Certo Claudio Garella era eccessivo nelle uscite, ma i suoi Scudetti li ha vinti anche se aveva come compagni a Napoli Maradona e a Verona Preben Elkjær Larsen e Hans-Peter Briegel

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Alessio Cragno ha difficoltà evidenti nell’uscire dalla sua area di rigore, quella piccola, la sua, che dovrebbe dominare come un gladiatore, fare sentire il fiato sul collo degli avversari.

L’area di rigore dovrebbe essere casa sua, governarla con aggressività, dirigere i compagni e farsi anche aiutare.

Invece spesso sembra un coniglio bagnato che con la sua coda rimane chiuso nella tana in attesa del lupo.

 

Samir Handanovič

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Nazionalità Slovenia Slovenia
Altezza 193 cm
Peso 89 kg

Gianluigi Donnarumma

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Nazionalità Italia Italia
Altezza 196 cm
Peso 92 kg

Wojciech Szczesny

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Nazionalità Polonia Polonia
Altezza 195 cm
Peso 90 kg

Alessio Cragno

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Nazionalità Italia Italia
Altezza 184 cm
Peso 78 kg

INTER                         Samir Handanovič                193 cm  (+9)

MILAN                        Gianluigi Donnarumma      196 cm (+12)

JUVENTUS                Wojciech Szczesny                 195 cm (+11)

CAGLIARI                  Alessio Cragno                        184 cm

EVERTON (ROMA) Robin Olsen                             196 cm (+12)

Cragno ha 9 cm in meno di Handanovič , 12 in meno di Donnarumma e di Olsen, 11 in meno di Szczesny.

REATTIVITA’

La reattività di cui si parla tanto è vera, c’è, ma se si visionassero le reti subite da Cragno, senza assolutamente volere crocifiggere Alessio, si dimostrerebbe che questi centimetri in meno valgono reti subite in più.

Non sono solo numeri le differenze in centimetri tra i tre portieri delle prime tre in classifica, come mai i difensori delle porte delle prime tre squadre italiane sono così tanto alti? E’ forse una coincidenza?

Ma vi lascio con la domanda delle domande:

Potrà l’Internazionale di Milano mettere al posto del suo capitano Sloveno di 193 centimetri uno di 184?

Eppure Robin Olsen, in prestito dalla Roma all’Everton (curiosamente è stato rapinato proprio questi giorni assieme alla sua famiglia) sarebbe il perfetto sostituto se la Società giallorossa fosse ancora interessata a Cragno.

Sarebbe bellissimo riavere Robin in Sardegna, bisogna vedere se a lui interessa.

I DUE GOAL  GENOVA CON LA SAMPDORIA
A mio avviso, anche se le critiche sono state benevoli, la prima rete (soprattutto, ma anche la seconda) subita domenica pomeriggio ad opera di Bartosz Bereszyński è tutta da addebitarsi al numero 25 del Cagliari.

Il numero 1, il portiere continua a non dominare la sua area piccola di porta.

Da ex portiere amatoriale ricordo gli insegnamenti del mio ex allenatore Santus della Scuola Calcio Gigi Riva.

La stessa scuola calcio dove è nato calcisticamente il fenomeno italo-sardo al secolo Nicolò Barella che anche contro i fenomeni dell’Atalanta l’altra sera a  San Siro Meazza ha dato, ancora una vola, spettacolo.

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