Atene 1896 finalmente il sogno del Barone Pierre de Coubertin divenne realtà il 6 aprile con la cerimonia d’apertura dei giochi dell’era moderna.
Spronato dal motto Citius! Altius! Fortius! ovvero Più veloce!, Più alto! Più forte coniato dallo scrittore Henry Didon e dalla smaniosa volontà di avvicinare le nazioni, dopo anni di conflitti, di confrontarsi con i loro giovani in competizioni sportive, piuttosto che in guerra, il Barone Pierre de Coubertin diede inizio al sogno di ripristinare i Giochi Olimpici.
Diciamo che l’idea di organizzare dei Giochi non era morta con l’edito del 393 d.C.. Durante i secoli ad esempio nell’Inghilterra del Seicento, il nobile Robert Dover organizzava dei tornei cavallereschi nella sua tenuta nel Worcestershire ai quali dava il nome di ‘Giochi olimpici’ che comprendevano gare di corsa, salto, equitazione, lotta, caccia, ma anche competizioni di poesia, danza e musica. Con l’avvento dell’Ottocento le manifestazioni a carattere sportivo si ispiravano alla tradizione olimpica dall’Inghilterra al continente americano.
In Canada nel 1842 nacque il club olimpico di Montreal il quale due anni più tardi organizzò le Olimpiadi cittadine che comprendevano 29 discipline. Non da meno negli principali città degli Stati Uniti come Boston, San Francisco e New York erano sorti dei circoli votati all’ideale olimpico con l’organizzazione su basi regolari di competizioni atletiche e ginniche.
Tutti questi movimenti contribuirono al successo di tali Giochi tanto da indurre l’australiano John Astley Cooper nel 1891 di convocare i primi Giochi olimpici dell’impero britannico. Anche nella Grecia libera dall’impero turco, culla dei Giochi, la fiamma olimpica si accese nuovamente già nel 1858 grazie alla generosità del ricco mercante Costantino Evangelista Zappas il quale diede una generosa donazione al re Ottone I affinché restaurasse i Giochi olimpici; questi si svolsero nel novembre 1959 ai quali susseguiranno altri sotto il nome di Giochi olimpici di Zappas nel 1870, 1875 e 1879.
Cosi quando de Coubertin rese pubblica l’idea, anche tra mille rivalità nazionali, durante il Congresso della Sorbona tenutosi dal 16 al 23 giugno 1894 e nacque il Comitato Olimpico Internazionale o come è meglio noto il CIO e durante le stesse sessioni fu deciso di organizzare nuovamente i Giochi e sotto pressione del delegato greco Dimitrios Vikèlas fu scelta proprio la Grecia quale primo organizzatore delle Olimpiadi moderne anche se nelle intenzioni di de Coubertin doveva essere Parigi la sede al quale però andò l’organizzazione della seconda edizione.
Tra tante difficoltà di tante nature da quelle finanziarie a quelle logistiche e anche in alcuni casi politiche, il 6 aprile 1896 allo Stadio Panathinaiko con la presenza della famiglia reale greca, Giorgio I e sua moglie Olga e i loro figli i Giochi ebbero inizio.
A questi Giochi parteciparono 241 (295 per alcuni sorsi) atleti dilettanti in rappresentanza di 14 paesi e le discipline furono l’atletica leggera, il ciclismo, la ginnastica, la lotta, il nuoto, la scherma, il sollevamento pesi, il tennis e il tiro a segno. Le gare di canottaggio e vela, inizialmente previste per il 14 giugno non furono disputate causa maltempo.
Solo nella scherma erano ammesse i professionisti ai quali era riservato un evento per i maestri di fioretto.
Tra i partecipanti ci fu pure un italiano, Carlo Airoldi, un maratoneta che giunse ad Atene a piedi ma che fu squalificato perché professionista.
I primi medagliati nella storia dei Giochi per l’atletica leggera, sempre considerata come la regina dei Giochi, furono lo statunitense James Connolly nella prima versione del salto triplo, il suo connazionale Thomas Burke vincitore dei 100 e 400 metri usando una particolare tecnica di partenza la rannicchiata.
Mentre la medaglia d’oro nell’800 e 1500 metri andava all’unico australiano presente ai Giochi, Edwin Teddy Flack che aggiunse un’altra di bronzo nel tennis.
Altri medagliati della squadra dell’atletica statunitense furono Robert Garrett che vinse ben 2 ori nel getto del peso e lancio del disco stabilendo il record olimpico e due argenti nel salto in alto e in lungo giungendo secondo alle spalle di Ellery Clark che vinse l’oro mentre William Welles Hoyt vinse l’oro nel salto con l’asta.
Ma la gara regina dell’atletica, la maratoneta, la vinse l’atleta di casa Spiridon Louis che fu accolto da 100.000 spettatori festanti al suo arrivo allo Stadio diventando eroe nazionale.
Nel ciclismo, le gare su pista che si svolgevano al velodromo di Neo Phaliron, il protagonista principe fu il francese Paul Masson che vinse l’oro nei 2000 metri, il 10 km e la cronometro mentre il suo connazionale Léon Flameng vinse nei 100 km. La maratona di 12 ore fu vinta dall’austriaco Adolf Schmal sull’altro unico partecipante Frank Keeping, preceduto da un solo giro.
La gara su strada da Atene a Maratona e ritorno fu vinta dal ciclista di casa Aristeidīs Kōnstantinidīs che, nonostante aver rotto per due volte la sua bicicletta, vinse l’oro finendo la gara con una bicicletta presa da una persona nel pubblico che seguiva la gara.
La ginnastica vide la supremazia tedesca con l’oro individuale di Carl Schuhmann nella gara al volteggio, Hermann Weingartner nella trave e Alfred Flatow in quella delle parallele. L’oro a squadre, nelle stesse discipline, fu vinta pure dai tedeschi. Le altre medaglie furono vinte dai greci Iōannīs Mītropoulos negli anelli e Nikolaos Andriakopoulos nella fune con lo svizzero Louis Zutter che vinse quella a cavallo.
Da notare che nella ginnastica partecipò l’atlela più giovane nella storia dei Giochi, Dimitrios Loundras che a 10 anni e 218 giorni vinse il bronzo nelle parallele a squadre.
Nella lotta greco-romana bissa l’oro nella ginnastica il tedesco Carl Schuhmann che sconfisse il lottatore di casa Tsitas per fallo tecnico e vinse inaspettatamente l’oro.
Nell’altra disciplina regina dei Giochi, il nuoto, le gare si svolsero tutte l’11 aprile al mare aperto nella baia di Zea vicino al Pireo in condizioni a dir poco allucinanti – mare mosso e gelido con temperatura che non superava i 13°. I vincitori furono l’ungherese Alfréd Hajòs nei 100m e 1.200m, il greco Iōannīs Malokinīs vinse la gara riservata ai marinai greci e l’austriaco Paul Neumann nei 400m.
Nelle gare di scherma che si svolsero nello Zappeion costruito dal filantropo Evangelis Zappas, al contrario dagli altri sport, gareggiavano i maestri professionisti nella gara a loro dedicata, il fioretto per maestri. Il vincitore di questa gara fu il greco Leōnidas Pyrgos che batte in finale il francese Perronet mentre nel fioretto individuale successo francese con l’oro di Eugène-Henri Gravelotte e argento al connazionale Callot; terzo si classifico il greco Mauromichalis. Nella sciabola individuale successo ellenico con oro a Iōannīs Geōrgiadīs, argento al connazionale Tīlemachos Karakalos e bronzo al sorprendente danese Holger Nielsen.
Nel sollevamento pesi con una mano l’oro va al britannico Launceston Elliot e argento al danese Viggo Jesen che si aggiudicò quello a due mani sullo stesso britannico. Terzi in entrambe le gare due greci Alexandros Nikolopoulos e Sotirios Versis rispettivamente.
Nel tennis singolare la vittoria fu del britannico John Più Boland che bissò anche nel doppio col tedesco Traun battendo in entrambi le finali il greco Dionysios Kasdaglis che in doppio aveva come compagno il connazionale Dimitrios Petrokokkinis mentre nelle varie discipline del tiro a segno i medagliati furono il greci Fragkoudis nella rivoltella libera, Orfanidis nella carabina libera e Karasevdas in quella militare. Mentre nella rivoltella militare e la pistola libera i vincitori furono due americani, i fratelli John e Sumner Paine.
La cerimonia di chiusura si tenne domenica 12 aprile con la parata dei vincitori che vennero premiati dal re in persona.