Le Olimpiadi: gli allori dell’antica Grecia


Le Olimpiadi si avvicinano e noi  vogliamo partire dalle origini – l’Antica Grecia

 

Non si può parlare delle Olimpiadi se uno non vada alle loro origini nell’antica Grecia dove i giochi furono una celebrazione atletica e religiosa, che si svolgevano ogni 4 anni nella città di Olimpia da dove deviva il nome.

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Storicamente i giochi nell’antica Grecia si svolsero, dal 776 a.C. al 393 d.C., per 292 edizioni molti delle quali si sono perse le tracce e rimangono solo leggende. Di sicuro è che questi giochi servivano per sospendere ogni forma di ostilità e usati come mezzo di riferimento cronologico per datare gli eventi.

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Dai frammenti scritti giunti, ai giorni nostri, si sa che ai primi giochi si svolgeva tutto in una sola giornata con una sola gara: lo stadion (gara di corsa); con la crescita e l’importanza, col tempo cominciavano ad aggiungersi altri sport alla corsa fino ad arrivare a venti gare che duravano in un arco di sette giorni.

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Le Olimpiadi non erano soltanto lotta tra uomini per un all’oro ma rivestivano un’importanza religiosa in onore di Zues, re degli dei.

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I giochi contemplavano le seguenti gare – pugilato, corsa, il pentatlon, un insieme di 5 discipline come il salto in lungo, il lancio del disco e giavellotto, la lotta e perfino la corsa dei cavalli ai quali, al contrario delle olimpiade moderni, partecipavano solo cittadini greci maschi liberi, membri delle classi più facoltose visto il molto tempo dedicato agli allenamenti.

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Vincere ai giochi significava diventare dei semidei, oggetto di ammirazione e immortalati in poemi e statue con l’immancabile corona d’alloro. Atleti come Acanto di Sparta o Agesidamo vincitore delle gare di pugilato in diverse edizioni dei Giochi.
Astilo di Crotone corridore trionfatore di due edizioni, Cilone che vinse la doppia corsa nel 640 a.C., Cinisca l’unica donna ad aver mai partecipato ai Giochi antichi e vincitrice nelle corse a cavallo, Eurimene di Samo o Icco di Taranto, Milone, Psaumida e molti altri.

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Con l’evento dell’Impero Romano in Grecia i giochi all’inizio erano benvisti e ai quali partecipavano non solo i greci ma anche i Romani, i Fenici, i Galli e altri popoli sottomessi, tanto che Nerone. ad esempio, aprì un’enorme edizione dei giochi a Roma in cui tutti gli atleti dell’Impero Romano poterono partecipare, lui compreso.

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Ma quando il Cristianesimo divenne la religione dell’Impero Romano, i Giochi Olimpici cominciarono il loro declino, sempre più visti come una festa pagana.

Il loro destino fu segnato nel 393 d.C. quando l’Imperatore Teodosio I, assieme al vescovo di Milano, Ambrogio, li interruppe sia per via di una sisma che aveva distrutto Olimpia sia per l’intollerabile corruzione che li falsava, sia come conseguenza della strage di Tessalonica di poco tempo prima. Così si pone fine ad una storia durata oltre mille anni e che solo 15 secoli dopo, grazie al barone francese Pierre de Coubertin, vennero rispolverate di nuovo come l’estremo simbolo dello sport moderno.

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