I Numeri di Capo D’Orlando

Capo D’Orlando: La preparazione piena di ostacoli, infortuni compresi, si è tradotta in rendimento da work in progress

Capo D’Orlando: Dopo lo sfortunato epilogo della passata stagione (che, al “netto” del “caso” Siena, avrebbe visto Capo promossa sul campo), la “riconquista” del piano di sopra è stata naturalmente affidata sempre a coach Marco Sodini che, nuovamente, ha consegnato le chiavi dell’attacco a due americani da Coppe Europee che, di fatto, gestiranno ben oltre il 50% delle conclusioni dal campo della squadra.

Si è rinunciato a qualche chioccia (Bruttini e Mei) e le rotazioni, che al momento non sono certo il punto di forza dell’Orlandina, sono nelle mani di un gruppo mediamente davvero giovane.

A loro è affidato il compito di colpire proprio sugli spazi creati dalla coppia U.S.A. La preparazione piena di ostacoli, infortuni compresi, si è tradotta in rendimento da work in progress, tanto da non aver ancora centrato il successo, né in SuperCoppa né nelle prime due uscite di campionato.

Capo D’Orlando: I Singoli

I singoli, Il colpo di settembre è stato l’ala Tarence Kinsey (1984) che si è formato alla prestigiosa South Carolina e ha visto l’NBA per davvero, con Memphis (7.7 p.ti di media nel 2007) e Cleveland. Poi un incredibile carriera europea, tanti campionati vinti in Turchia col Fenerbahce, col Partizan Belgrado e l’Hapoel Gerusalemme.

Ha giocato da protagonista anche l’Eurolega e l’Eurocup, chiudendole spesso in doppia cifra di media! È un esterno completo, con tiro, capacità di giocare in pick and roll e, soprattutto, mentalità vincente.

Capo D’Orlando: Leader designato

Leader designato.Finora non è ancora sceso in campo per via di guai muscolari. In forte dubbio per il derby. L’esterno del 1996, confermato, Simone Bellan ha invece appena recuperato dai problemi fisici che gli hanno fatto saltare la pre season. È sceso sul parquet contro Torino ed assicura lotta, rimbalzi ed una gran difesa sul miglior marcatore avversario, anche se i punti che porta in dote non sono tanti, nonostante un discreto tiro.

L’ala Jacopo Lucarelli (1996), gravemente infortunatosi sul finire della passata stagione rompendosi il legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro, mancherà fino a gennaio. Coach Sodini perde quindi, al momento, il suo tiro dai 6.75 ed, in genere, i suoi numeri (buon apporto a rimbalzo) che erano cresciuti nel corso del trascorso campionato.

Quintetto per l’atletico 3/4 del 1998, ex Perugia, Joseph Mobio che l’anno passato era arrivato in corsa ed avevasquillato a fasi alterne. Chiamato ora ad un ruolo da protagonista, le sue notevoli doti fisiche ed il buon tiro da fuori possono regalare buoni dividendi ai suoi e, più in generale, mettere in difficoltà avversari meno dinamici. Finora 9 p.ti e 6.5 rimbalzi di media. Male però al tiro, 35% da due ed il 14% da tre.

Dalla lunetta sono poi letteralmente dolori, sotto il 50%! Sa creare dal post alto, con 2.5 rifornimenti per i compagni. Il “cinque” è il super colpo Brice Johnson (1994), che splende alla prestigiosa North Carolina portandola ad un passo dal titolo nel 2016. Viene poi scelto col numero 25 al primo giro del draft 2016 dai Clippers ma un infortunio alla schiena ne frena la carriera.

Ha scelto Capo per rilanciare la sua carriera ed il talento cristallino è tutto lì, da ammirare. Terminale offensivo principe della squadra, può giocare anche da “quattro” per via di tecnica ed atletismo da ala pura. Sta facendo più che bene e, pur non disponendo di tantissimi chili, non fa certo mancare grinta e determinazione nei pressi dell’area colorata. Assicura rimbalzi e presidia il canestro grazie a gambe alla dinamite. Le sue statistiche finora: 26 p.ti (58% da due su 18 tentativi), 4 falli subiti e ben 11.5 rimbalzi per partita.

Tira poco da tre ma con buoni risultati. Troppe palle perse, 5 di media. Che numeri! Sul perimetro troviamo la guardia Lorenzo Querci (2001) che proviene dal settore giovanile di Pistoia ed è nazionale di categoria. Considerato uno dei migliori prospetti del nostro basket, sta sfruttando alla grande spazi forse non preventivati.

Talento, tiro, capacità di creare dal palleggio e atletismo di primo livello si stanno traducendo in numeri importanti: 13.5 p.ti, 38% da tre (su oltre 6 conclusioni per gara), 3.5 rimbalzi e 3 assist di media.

Un po’ timido in uno contro uno (da lì i pochi falli subiti). In rampa di lancio! Investimento pluriennale per il playmaker del 2000 Matteo Laganà che, cresciuto tra Reggio Calabria ed il settore giovanile dell’Olimpia Milano, quest’anno ha le chiavi della squadra. Regista d’ordine che pressa il portatore di palla avversario e gioca per i compagni, concludendo tanto da fuori (20% da tre su 5 tentativi ad uscita).

Altrettanto male da due (23%) e dalla lunetta. Gli si chiede di buttarsi maggiormente dentro e giocare uno contro uno. Completa l’opera assicurando alla causa anche 6.5 p.ti, 3 rimbalzi e 3.5 assist per partita. Grande dinamismo, mani migliorabili. In qualche uscita è apparso un po’ “spaesato”.

Tanti minuti (19.5’) per il pivot del 1999 Andrea Donda che, con i suoi 210 cm, è chiamato a dare sostanza nel pitturato.Il suo notevole impatto fisico si traduce a referto con 3 p.ti (33% da due), 3 falli subiti e 5.5 preziosi rimbalzi di media. Dalla lunetta appena il 50%.

Oltre 10’ di media per Giancarlo Galipò,playmaker del 2000, e Lorenzo Neri, 2/3 del 2001, che finora hanno dato un contributo d’energia alle rotazioni.

Comunicato stampa

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