La 10ª edizione sarà ricordata non solo per le novità introdotte dalla UEFA ma anche per la prima volta della Germania unificata
‘Il Calcio torna a casa’ (Football comes home), lo slogan che ha accompagnato la 10ª edizione del Campionato Europeo di Calcio. Sede della fase finale l’Inghilterra, con molte novità: Prima tra tutte i partecipanti alla fase finale, non più 8 ma 16 divise in 4 gironi all’italiana; la seconda fu la novità nel regolamento del ‘Golden Goal’, introdotta dalla UEFA valevole per i supplementari durante la finale di questa edizione.
Al via della 10ª edizione ci sono 47 nazionali suddivise in otto gironi – sette gironi con 6 squadre e un girone con cinque squadre. La nuova formula della fase finale prevede la qualificazione delle prime classificate di ogni girone più le migliori sei seconde classificate, mentre l’ultima squadra uscirà dallo spareggio in un’unica gara tra le due nazionali peggiori seconde classificate.
Con l’Inghilterra, già ammessa di diritto quale paese ospitante, si qualificano direttamente la Romania e la Francia dal gruppo 1, Spagna e Danimarca campione uscente dal gruppo 2, dal gruppo 3 si qualificano la Svizzera e la Turchia, la Croazia e l’Italia si qualificano dal gruppo 4, dal gruppo 5 e 6 si qualificano la Rep. Ceca e il Portogallo mentre Germania, Bulgaria, Russia e Scozia dai gruppi 7 e 8.
La quindicesima nazionale è l’Olanda, che batte l’Irlanda 2-0 nello spareggio giocato a Liverpool.
Il 17 dicembre 1995, a Birmingham, si fa il sorteggio delle 16 finaliste che risultano cosi: Gruppo A – Inghilterra, Olanda, Scozia e Svizzera; Gruppo B – Francia, Spagna, Bulgaria e Romania; Gruppo C – Germania, Italia, Rep. Ceca e Russia; Gruppo D – Portogallo, Croazia, Danimarca e Turchia.
Con Inghilterra e Svizzera, l’8 giugno, parte la fase finale che vede passare ai quarti di finale nel gruppo A i padroni di casa dell‘Inghilterra che, dopo aver pareggiato la gara inaugurale, vince sia il derby con la Scozia (2-0) che contro l’Olanda (4-1), che passa grazie alla migliore differenza reti sulla Scozia.
A qualificarsi per i quarti dal gruppo B sono la Francia e la Spagna ai danni di Bulgaria e Romania, mentre nel gruppo C l’Italia di Sacchi deve cedere il passo alla Rep. Ceca, contro la quale perde per 2-1 e viene eliminata dalla regola del confronto diretto che premia proprio gli uomini di Uhrin, dopo che nell’ultimo confronto contro la Germania di Berti Vogts non va oltre lo 0-0 fallendo con Zola un rigore che poteva risultare decisivo. La Germania vince il gruppo, Rep. Ceca seconda.
E siamo all’ultimo gruppo, il D, dove Portogallo e Croazia si qualificano ai danni dei campioni uscenti della Danimarca, che pareggia contro i lusitani ma poi perde con la Croazia 3-0 e questo basta per eliminarla dalla corsa ai quarti.
Nei quarti di finali c’è la sorpresa Rep. Ceca, che con un gol di Poborský elimina il più quotato Portogallo, mentre la Germania liquida la Croazia 2-1 col rigore di Klinsmann al 21′ e il gol vittoria di Sammer al 59′ dopo che Šuker al 51′ aveva pareggiato per i croati. Gli altri due quarti si risolvono entrambe ai rigori con la Francia che dal dischetto elimina l’Olanda 5-4, decisivo il rigore sbagliato da Seedorf, dopo che i 90′ regolamentari più i supplementari finivano a reti bianche. Stesso discorso per Inghilterra e Spagna, dove i leoni di sua Maestà risultano più bravi degli iberici dal dischetto. Decisivi i rigori sbagliati da Hierro e Nadal. Inghilterra in semifinale per 4-2.
Semifinali sul filo del rasoio, tanto che entrambi vanno ai rigori dopo che sia i 90′ che i supplementari finiscono in parità. Francia e Rep. Ceca terminano 0-0 e ai rigori vincono i cechi 6-5 con Pedros che sbaglia il sesto tiro dal dischetto per i galli francesi, che escono sconfitti.
Nell’altra semifinale la riedizione della finale dei mondiali del ’66, la Germania questa volta ha la meglio e dopo l’1-1 firmato da Shearer al 6′ e Kuntz al 16′, ai rigori Southall sbaglia l’ultimo rigore e i tedeschi ringraziano e vanno in finale.
La finale non risulta così facile per la favorita Germania, che deve sudare le proverbiali sette camice per avere la meglio sui tenaci cechi, che vanno in vantaggio con Berger su rigore al 58′ ma al 73′ Bierhoff pareggia i conti e i 90′ finiscono in parità. Ancora supplementari.
Per la prima volta nei supplementari viene introdotta la regola del ‘Golden Goal’ e i tedeschi usufruiscono di questa novità segnando ancora con Bierhoff al 95′ la rete che vale la vittoria e la coppa.
Per la terza volta e la prima da paese unificato la Germania sale sul tetto d’Europa.