Il 2015 sta per finire e il bilancio dell’Inter si può definire come una montagna russa
Forse chi legge questo titolo storcerà il naso chiedendo cosa centra la montagna russa con l’anno dell’Inter. La spiegazione è semplice. Per i nerazzurri il 2015 è stato un continuo sali e scendi come un giro sulla grande giostra del Luna Park.
A dire la verità, l’anno era cominciato bene il giorno della Befana con il gol di Mauro Icardi che regalava un prezioso pareggio nel Derby d’Italia in casa dell’eterna rivale, la Juventus. Pareggio seguito dalla vittoria con bella prestazione la domenica seguente contro il Genoa, ma lo sconcertante pareggio al giro di boa contro l’Empoli e la sconfitta in casa nel minuti di recupero contro il Torino subito spense tutto l’entusiasmo che s’era creato attorno alla Beneamata. Solo gli acquisti di gennaio, Shaqiri, Podorsky e Brozovic riaccendevano un po’ d’entusiasmo. Così la stagione si trascinava con alti e bassi.
Da prestazioni sconcertanti come contro il Sassuolo o la Juventus, con il titolo in tasca e con la mente alla finale di Champions, a quelle contro squadre che lottavano per un posto in Europa come la Fiorentina o la Sampdoria o il Genoa, tutte finite sempre con la stessa parola sconfitta. Ai pareggi in casa con l’ormai retrocesso Parma a quelli contro squadre in lotta per non retrocedere come Cesena e Chievo, dove la squadra ha palesato limiti disarmanti.
In compenso ci sono state le vittorie fuoricasa, a Bergamo sull’Atalanta, a Cagliari, a Verona, a Roma contro la Lazio, il pareggio a Napoli da 2-0 sotto al 2-2 finale o la vittoria in casa sulla Roma fra i più significativi. Troppo poco per i nerazzurri per agguantare almeno un posto in Europa League.
E in mezzo a tutto questo non vanno dimenticate le brucianti eliminazioni dalla Coppa Italia e dall’Europa League, entrambe figlie d’errori difensivi che hanno caratterizzato tutto l’arco della stagione.
Cosi si concludeva un’altra stagione deludente ed se ne è aperta un’altra con gli innesti di Murillo, Miranda e Montoya per la difesa, Kongdogbia in mezzo al campo e Jovetic in attacco, oltre gli ultimi arrivi sul gong di Telles, Melo, Ljajic e Perisic che ridavano un po’ d’entusiasmo ad un popolo ormai rassegnato verso posizioni di rincalzo.
Una deludente estate smorzava l’entusiasmo che solo le prime cinque vittorie in campionato, fra queste la vittoria nel Derby che conta e il solitario primato, riaccendevano l’entusiasmo d’un tempo quasi dimenticato. Ma l’inaspettata e roboante sconfitta in casa contro la Fiorentina, figlia di errori individuali e di squadra, riaccendeva i fantasmi del passato.
Ma questa Inter non è quella delle ultime stagioni, che si disintegra al primo scoglio che incontra, l’Inter 2015/16 è una squadra solida, pratica, cinica che pian piano riesce anche senza entusiasmare a riprendere la vetta della classifica.
E probabilmente neanche la delusione di Natale, la sconfitta casalingo contro una rimaneggiata Lazio, annullerà tutte le cose buone che i nerazzurri hanno fatto vedere da settembre ad oggi.
Non sono un veggente, ma quello che auspico a tutti i tifosi interisti è che l’anno che verrà, il 2016, è un anno in cui credere in questa squadra e in cui bisogna stringersi attorno ad essa anche nei momenti bui, sicuro che questo è un team che darà delle belle soddisfazioni.