Sono di Castellammare, ma al Catania ho vissuto delle stagioni importanti. I rossazzurri possono andare in B, me lo auguro anche per Lucarelli.
È nato a Castellammare di Stabia ma non ha mai giocato nella squadra della sua città. Gennaro Iezzo è stato invece protagonista nel Catania dal 1999 al 2003, totalizzando 95 presenze tra C1 e serie B. Nel 2001-2002, con i rossazzurri, ha conquistato la promozione in cadetteria. «Nella bolgia dello Iacovone di Taranto ci aspettavano con il coltello tra i denti, ma noi dimostrammo di essere uomini» ricorda Iezzo.
Gennaro, sabato si affronteranno Juve Stabia e Catania. Che gara sarà?
«Prevedo una bella partita. Da un lato ci sarà un Catania che sta andando benissimo, dall’altro una squadra, la Juve Stabia, che ha avuto un rendimento altalenante ma ha voglia di disputare un buon torneo. I rossazzurri devono fare punti perché vogliono vincere il campionato, i campani proveranno a far valere il fattore campo. Sarà una partita da tripla».
Il Menti è uno stadio tabù per il Catania.
«È risaputo che ci sono stadi in cui è difficile giocare. A Castellammare il fattore campo incide tanto, la tifoseria è calda e si fa sentire, come quella catanese del resto. La curva trascina i giocatori per novanta minuti ed è sempre presente, anche quando i risultati non sono positivi. È difficile per tutti uscire indenni da quello stadio».
Non a caso gli etnei hanno vinto solo una volta nella loro storia a Castellammare, roba di 17 anni fa. In quella partita a difendere la porta del Catania c’era un certo Gennaro Iezzo…
«Per uno che è nato a Castellammare quella era una partita speciale. Perdevamo uno a zero ed eravamo in dieci uomini. Riuscimmo a pareggiare e addirittura a passare in vantaggio. Finimmo la gara addirittura in nove, ma ci difendemmo alla grande portando a casa il risultato».
Come giudichi il campionato delle vespe?
«La Juve Stabia ha pagato il fatto di non poter giocare sul proprio campo (il Menti era interessato dal rifacimento del manto erboso, ndr). Adesso che sono tornati nella propria tana, ho visto i gialloblù in ripresa. Con la nuova formula dei play off tutto è possibile, e i campani potrebbero dire la loro in questo campionato».
E del Catania cosa pensi?
«I rossazzurri hanno molte possibilità di giocarsi la B sino in fondo. Il Catania è una squadra costruita per vincere e se la vedrà sino alla fine con il Lecce. Speriamo possa centrare l’obiettivo, mi farebbe piacere anche per Cristiano (Lucarelli, ndr). È stato mio compagno di squadra a Napoli e abbiamo fatto il corso di allenatore insieme».
Visto che lo conosci bene, ti chiedo un parere sul tecnico dei rossazzurri.
«Lucarelli sta facendo il suo percorso, e sta ottenendo ottimi risultati. Ha tutte le qualità per diventare un tecnico importante. È un vulcanico, per cui si trova a suo agio nelle piazze calde. Proprio per questo penso che sia l’allenatore giusto per il Catania. Fare bene in rossazzurro poi, potrebbe essere una spinta per la sua carriera».
Sabato per chi farai il tifo?
«Catania e Castellammare meritano altri palcoscenici. Sono molto legato a entrambe le piazze, ma essendo stabiese è normale che tifi per la squadra della mia città. Questo non significa che io non abbia grande stima del Catania e dei suoi tifosi. Ho passato momenti importanti lì, sono entrato nella storia per aver conquistato la B dopo 15 anni. Il mio augurio è che in futuro le due squadre possano ritrovarsi in B».
Chiudiamo con un ricordo della tua esperienza a Catania.
«Ho fatto tre anni e mezzo in rossazzurro, ho tantissimi ricordi. Se devo proprio citarne uno dico la partita di Taranto, il giorno che conquistammo la B. Mi sento spesso con gli ex compagni complici di quell’impresa, abbiamo pure un gruppo su whatsapp. In quella partita, proibitiva dal punto di vista ambientale, uscì fuori il carattere di un gruppo formato da uomini veri. Ci aspettavano col coltello tra i denti, ma noi stavamo bene fisicamente e mentalmente. Ricordo ancora la parata all’ultimo minuto su Galeoto che ci evitò i supplementari».
Fonte immagine: CalcioCatania.com