La Roma fa suo il derby. Lazio, iniziano i processi!


Poteva essere la gara della svolta psicologica, perché la vittoria del derby ti da sempre una carica maggiore rispetto alle altre vittorie. Poteva essere la 1ª volta di mister Pioli contro la Roma

Poteva essere l’inizio di un nuovo cammino della Lazio, per rilanciare le proprie ambizioni in campionato.
Poteva essere… ma non lo è stato!

La Lazio soccombe di fronte agli eterni rivali giallorossi, perdendo senza se e senza ma un derby che certifica la netta differenza tecnica tra le due squadre capitoline.
Certo qualcuno proverà ad aggrapparsi ai soliti specchi, additando l’errore dell’arbitro Tagliavento, peraltro netto, sull’assegnazione del rigore che ha sbloccato la gara (il fallo di Gentiletti è avvenuto 30 centimetri fuori area ndr) ma l’alibi non regge neanche un po’.
La verità è che la Roma nel computo dei 90 minuti è stata di gran lunga superiore alla Lazio, legittimando la vittoria con molte più occasioni da gol rispetto ai biancocelesti e chiudendo la gara col più classico dei contropiedi di Gervinho, abile ad infilarsi nella solita difesa di burro degli uomini di Pioli.

Ed ora cosa succederà?

Si sa, dopo la sconfitta in un derby, i processi alla squadra, al tecnico ed alla società si susseguono veloci l’uno dietro l’altro, tutti intenti a cercare il vero capro espiatorio. C’è chi sosterrà che il tecnico ha fatto scelte sbagliate nel modulo o nei titolari mandati in campo; chi se la prenderà con alcuni giocatori che non sono entrati ancora in possesso della “lazialità”, fondamentale per scendere in campo in un derby; c’è chi se la prenderà con i “senatori” della squadra, incapaci di dare le giuste indicazioni ai nuovi e trascinare la squadra nel momento del bisogno; ed ancora ci sarà chi proverà ad estendere la critica alla dirigenza, colpevole di non aver allestito una squadra competitiva.
Beh, secondo il nostro modesto parere e senza giri di parole, non è difficile trovare il principale artefice di questa disfatta. Un noto detto recita che  “il pesce puzza dalla testa”, ed in questo caso la “testa” ha un nome e cognome: Claudio Lotito.

Il Presidente Claudio Lotito

Il Presidente della Lazio è stato capace ancora una volta di distruggere ciò che con fatica si era riuscito a costruire lo scorso anno, riuscendo ad indebolire una squadra che aveva bisogno di pochi ritocchi per migliorare; ma la storia è talmente trita e ritrita che francamente non vale neanche la pena dilungarsi oltremodo.

Sta di fatto che questa è la Lazio! Nessuno osi aspettarsi più di quanto si stia già  facendo, perché il valore tecnico è questo. La maggior parte dei giocatori presenti in rosa, sono buoni rincalzi delle grandi squadre di serie A mente i migliori giocatori, tipo Candreva, Felipe Anderson e lo stesso capitano Biglia, non hanno la costanza e soprattutto il carisma adatto per essere trascinatori in campo e fuori.

Questa è ed sarà la Lazio, fino a quando al comando ci sarà Claudio Lotito

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