Mancini contro Zenga passato contro

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Crisi o solo incidente di percorso? È la domanda che i tifosi si pongono e al quale la sfida di Marassi può dare una risposta. Intanto i tecnici sfideranno il loro passato…

Mancini contro Zenga, sfida col passato

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Non si aspettava altro che l’Inter cadesse per scatenare scenari apocalittici. Già le vittorie striminzite per 1-0 erano state definite come pura fortuna, criticando la mediocrità del gioco della banda Mancini. L’Inter fino a prova contraria è ancora prima in classifica, anche se in coabitazione con la splendida Fiorentina che gli ha inflitto una pesante sconfitta sia come punteggio che come gioco. Ma per gli esperti del mondo del pallone nostrano questa squadra è destinata a fallire, addirittura lottare nei bassi fondi della classifica assieme a vari Carpi, Frosinone, Bologna, altro che Champions League o Europa League. E’ come se i distacchi da squadre blasonate come Juventus (-10), Napoli e Milan (-6), Roma (-4), Lazio (-3) fossero mera finzione, non esistessero ed ci sarebbe solo una squadra in crisi profonda, che per una partita sbagliata, è da buttare ed ha già fallito dopo soli 6 partite. Le cinque vittorie in fila non contano, conta solo la sconfitta. Purtroppo i giudizi sui Nerazzurri sono sempre stati così, nessuna obiettività come per altre squadre, ma sempre critiche feroci.

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È vero, domenica scorsa hanno sbagliato tutti: da Mancini col modulo a tre in difesa, ad Handanovic in versione film dell’errore, ai nuovi Kondogbia-Perisic che stentano a integrarsi nella loro nuova realtà calcistica. A dire il vero, per il croato una scusante c’è: non sta giocando nel ruolo per il quale è stato acquistato, addirittura domenica ha pure fatto il terzino per provare a marcare Marco Alonso. Forse sarebbe meglio se il Mancio, che non è l’ultimo arrivato tra i tecnici nostrani, decidesse di finire gli esperimenti e di varare una formazione solida, con gli uomini ai posti giusti. I mezzi ci sono, basta utilizzarli.

E la partita di Genova potrebbe dire molto sullo stato fisico e psichico della squadra. I nerazzurri sono chiamati a dare un segnale,per il morale e per il campionato. Di fronte avrà una Samp alla ricerca anch’essa del riscatto dopo la battuta d’arresto di Bergamo.

Sul fronte formazione a Manici mancheranno Miranda per squalifica in difesa e Jovetic per infortunio in attacco. Cosi, in difesa accanto al confermatissimo Pitbull Medel, si spera nel recupero di Jeison Murillo con Ranocchia prima alternativa. Sulle corsie conferma per Santon, mentre Telles è in vantaggio su Juan Jesus. È a centrocampo che il Mancio deve fare le scelte giuste. Con Melo inamovibile, anche se contro i viola è sembrato a corto di fiato, acconto a lui, anche se non brilla ancora, Kondogbia partirà titolare, il francese deve giocare per assimilare al più presto i meccanismi non solo di Mancini ma anche del calcio italiano. Chi rischia il posto è probabilmente Freddy Guarin, che sembra essersi fermato al secondo tempo e alla sua rete nel derby. Troppo discontinuo e fuori degli schemi, tanto che Mancini potrebbe dare una chance al croato Brozovic, smanioso di salire nelle gerarchie di Mancini. Sinceramente tra il Guarin che non ne combina una ed il croato, personalmente do una chance al secondo.

Infine, l’attacco privo del suo uomo faro Jovetic. Contro i viola s’è visto quanto Jovetic è importante nell’economia del gioco dei nerazzurri. Fuori lui per infortunio, s’è spenta la luce che né Palacio nè Perisic minimamente hanno accesso. Troppe importanti le sue giocate. Fermo restando che il terminale principe sarà Maurito Icardi, è da scegliere chi lo affiancherà. Probabilmente Mancini darà ancora fiducia a Perisic, per il quale vale lo stesso discorso che abbiamo fatto per Kondogbia, per cui il croato è ancora lontano dalla forma e dalle giocate che faceva in Bundesliga.  Solo giocando può migliorare l’intesa e la conoscenza del calcio italiano. Per la terza maglia in attacco rimangono tre contendenti: Palacio, Biabiany e Ljajic. Se Mancini vuole un giocatore che accende un pò di luce la davanti allora la maglia da titolare sarà senza ogni ombra di dubbio di Ljajic, che avrà un’altra occasione per dimostrare che può essere utile alla causa. Ma non si esclude che il Mancio riproponi Palacio o addirittura la carta Biabiany.

Tutti nodi si scioglieranno alle ore 15 di domenica pomeriggio.

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