Era il 1985, il 3 novembre, e ad un San Paolo gremito di gente accadeva qualcosa di straordinario. Diego Armando Maradona, arrivato a Napoli nel 1984, incantò i tifosi con un gol che ancora oggi è ricordato dai più nostalgici: segnò da una punizione all’interno dell’area di rigore, a pochi metri dalla porta, con un felpato e vellutato tocco a scavalcare la barriera eretta dal portiere Tacconi.
Dopo una partita bloccata dall’importanza dello stesso match, e da una situazione meteo e del campo assai pietose, al 72′ viene comandato un calcio di punizione indiretto all’interno dell’area bianconera. Ovviamente, il giocatore di maggior talento di tutto il Napoli e dell’intera Serie A si prende la responsabilità di battere, supportato nel tocco da Pecci.
L’atmosfera ha un qualcosa di magico, quasi a prevedere un vero e proprio miracolo calcistico, che effettivamente si sarebbe materializzato proprio in quel piovoso pomeriggio. Pecci va a colloquio con l’arbitro: sostiene che la barriera è troppo vicina al punto di battuta della punizione, già difficile di per sé. Maradona è tranquillo, e riporta Pecci sul punto di battuta. Gli sussurra: “perchè protesti? Tanto io segno comunque”. Già, perché Maradona ai tempi era il giocatore più forte del mondo: oggi ci sono discussioni su di lui, ma negli anni ’80 era incontrastato, semplicemente un fenomeno, mandato dal Dio del calcio per cambiare la concezioni del gioco del pallone.
Pecci tocca, Maradona segna. Il connubio sembra semplice, ma non lo è: il suo tocco per scavalcare la barriera è qualcosa di sublime, innato, e che forse non vedremo mai più nella nostra vita. La palla vola, si libra nell’aria per pochi metri, e si deposita nella rete di una porta difesa da Tacconi, incredulo. E’ delirio, il delirio più assoluto. I tifosi pensano “ma cosa abbiamo appena visto?” ed esplodono in un boato di assoluta gioia e stupore. Il gol è bellissimo, uno dei più belli di sempre, ma nel cuore dei napoletani si solidifica anche l’idea che finalmente è stata fermata l’egemonia della Juventus. È un popolo in festa, è celebrazione di un campione assoluto, di un condottiero che da lì a pochi anni avrebbe portato gli azzurri a vincere Scudetto e Coppa Italia.
Il gol può sembrare ideato dal miglior narratore di storie al mondo, ma no signori. Il gol di Diego Armando Maradona fu reale, tangibile, ripreso e rivisto miliardi di volte dai tifosi più assennati. Il gol di D10S resta lì, nella storia, e nessuno mai potrà eliminarlo.