La risposta di Ciullo dopo il “Veleno” di Petrosino e Schiavone


Ciullo fa parte di un “sistema malato”. Ciullo non dovrebbe allenare. Ciullo non è bravo solo a lamentarsi.

Non si placa la polemica

Parola e musica dei dirigenti Petrosino e Schiavone ai tempi del Martina Franca. La polemica è stata sollevata e Ciullo si difende con una lettera come riportato dagli amici e colleghi della testata Vivicentro.It. Ecco le parole del ex allenatore della Juve Stabia:

Non mi meraviglio di quanto detto da Petrosino e Schiavone. Non sono nuovi a simili cadute di stile.

Di certo non mi abbasserò al loro livello anche perché, se parlassi io, riderebbe tutta l’Italia. Vorrei soltanto fare delle precisazioni.

La società del Martina Franca non mi ha esonerato due volte, la prima volta ho rassegnato io le dimissioni dopo una vittoria in Coppa Italia a Melfi, prima che iniziasse il campionato; l’ho fatto perché non mi erano chiare alcune dinamiche societarie.

La seconda volta che ci andai fui chiamato dai dirigenti Mario Compagniucci e Vincenzo Olivieri, ed è per la presenza di quest’ultimo che accettai l’incarico.

In seguito Compagniucci e Olivieri hanno abbandonato la società lasciandola a Petrosino e Schiavone.

Sul fatto che io sia o no un valido allenatore non sta a lui giudicare perché, a mio avviso, non ci azzecca. Infatti lo scorso anno mise fuori rosa Montalto affermando che non era adatto alla categoria, senza futuro calcistico e screditando molti giocatori. Oggi Montalto è titolare in serie B e tutti i ragazzi hanno avuto mercato, si sono accasati tutti in lega pro ma se tutti hanno dichiarato di non voler rimanere in quella società di Schiavone e Petrosino ci sarà pure un motivo. Preciso anche che la rosa messa a mia disposizione era composta da 20 giocatori dei quali, in maggior parte, protagonisti della retrocessione dell’anno precedente, solo un giocatore fu aggiunto su mia richiesta, così come è stato per gli anni precedenti, non ho avuto la possibilità e il piacere di avere continuità con lo stesso gruppo.

Respingo, dunque , ogni illazione riguardo a ingerenze di fantomatici suggeritori. Gli unici interlocutori avuti sono state figure appartenenti all’area tecnica strutturata dalla società stessa.

Mi fa piacere che Petrosino abbia, in seguito al mio allontanamento, evidenziato la validità della rosa che, purtroppo senza di me, nelle ultime 7 giornate ha fatto solo 2 punti con un solo goal fatto. Questo solo per un puro dato statistico.

Non ho alcuna idea di quali siano le motivazioni di tanto livore.

Sicuramente ero una figura scomoda perché chiunque si trovi a capo di un gruppo ha il dovere morale di difendere una situazione: l’essere cacciati dalle strutture ricettive, i continui cambi di ristorante, la totale assenza di vestiario, nonché la più totale disorganizzazione sicuramente hanno, da un lato rinforzato la tempra di un gruppo, ma hanno anche creato continui disagi.

Quello che più ricorderò con affetto è l’atteggiamento del pubblico durante la mia permanenza a Martina e anche dopo, dimostrando apprezzamento e stima per il mio lavoro e la mia persona. Ne è la prova l’accoglienza riservatami sia prima della partita in albergo, alla presenza della dirigenza stabiese, sia il caloroso applauso all’ingresso in campo.

Tutto questo supera di gran lunga l’atteggiamento provocatorio di pseudo dirigenti.

Concludo affermando che oggi il mio rammarico più grande è non aver potuto proseguire il mio lavoro con la Juve Stabia, dove ho avuto modo, invece, di conoscere alte professionalità a partire dal Presidente Manniello e tutta la dirigenza, ai quali faccio il mio più sincero in bocca al lupo per il prosieguo di campionato nonché le migliori fortune.

Totò Ciullo.

Seguirà ancora qualche polemica? Il duello rusticano tra Ciullo ed il suo passato sembra appena iniziato.

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