Passatore 2019: 100 donne x 100 Km
Una sfida nella sfida
L’amica, purtroppo, però si ammala e non può partecipare all’ultramaratona; così Mariella pensa di coinvolgere altre 99 donne per correre il Passatore con lei e per la sua amica.
Abbiamo incontrato Mariella Dileo prima della partenza. Era carica di entusiasmo. La prima parte della sfida era già vinta: l’aver radunato 100 donne disponibili a compiere un’impresa tanto ardua rappresentava la sua prima vittoria.
(100×100 – Tutte per una ed una per tutte al Passatore)
Mariella si è resa immediatamente disponibile a rilasciarci una sua dichiarazione anche post gara ed eccoci qui a raccontarvi non solo le emozioni di Mariella, ma anche quelle di Elisa, di Doris e di Valentina, quattro donne che casualmente rappresentano anche l’Italia intera, da Nord a Sud.
“Ciao Maria Pia! Per fortuna non ci siamo sentite subito, perché subito dopo la gara ti avrei detto cose completamente diverse da quelle che ti dirò ora.Domenica sera ti avrei detto che non avrei mai più ripetuto il Passatore, perché devo ammettere che non si tratta di una passeggiata, è un viaggio piuttosto faticoso, è impegnativo e quest’anno più che mai perché abbiamo vissuto climi completamente diversi. Siamo partiti da una Firenze caldissima e poi ci siamo ritrovate ad affrontare un tasso di umidità terribile, un vento molto forte e poi la pioggia – cose che ci hanno messo a dura prova, Io, per prima ho avuto le vesciche, cosa mai accaduta prima d’ora in tanti anni che corro. E quindi domenica mi sono ritrovata a dire “”Mai piu!”. Il Passatore, te l’ho già detto nel nostro primo incontro, per me è come un parto e quando ti danno tuo figlio, tu dimentichi i dolori del parto; io quando ho quella medaglia dimentico tutto, ma proprio tutto e già comincio a pensare alla prossima edizione. Comincio a pensare che non potrei non esserci, soffrirei a non esserci. Il prossimo anno, se Dio vorrà, io vorrei esserci ancora, perché ciò che si vive lungo quei 100 km posso provare a raccontarlo, ma viverli è completamente un’altra cosa. Quest’anno, a un certo punto, io stavo proprio bene e ho superato due ragazzi e uno di loro mi ha detto: “Non ci superare, non ci lasciare”. Io non ho esitato a rallentare il passo e a fermarmi con loro. Mi hanno detto:”Ma che fai? Ti fermi davvero con noi?” – “Ragazzi, voi me lo avete chiesto e io mi sono fermata. Certo, andiamo insieme”. Poi, è toccata a me, è arrivato il mio momento di crisi e loro hanno tirato me e quando siamo arrivati, ci siamo stretti la mano, perché ci siamo sostenuti l’un l’altro. Il Passatore è questo e molto altro. Del Passatore io vivo un anno perché mi dà carica, forza per poter rispondere a chiunque mi dice “Questo non è per te, non puoi farlo”, io dico “Se ho fatto il Passatore, specie quello di quest’anno, io posso fare tutto nella mia vita”.
100 donne, 100 cuori, 100 storie, 100 emozioni
Oltre alle emozioni di Mariella, abbiamo raccolto le emozioni di Elisa Suman
“Ciao Maria Pia, questo è stato il mio secondo Passatore. Era per me quest’anno molto importante arrivare al traguardo perché sono stata ferma un anno per problemi di salute. Il Passatore è una gara che ho nel cuore, con un percorso meraviglioso con gente che tifa per te anche tutta la notte; è un viaggio ed è un percorso che emoziona chiunque si trovi a farlo. E’ stato per me ancora più emozionante quest’anno perché avevo un importante obiettivo personale da raggiungere e perché sono stata coinvolta nel gruppo di Mariella: Lei è super, ha organizzato tutto, non so neanche come abbia fatto. E’ stata bravissima! E’ stato bellissimo partecipare così in gruppo; ci siamo sostenute a vicenda ed è stato bello aver fatto parte di questo progetto che è stato anche importante perché sono stati raccolti fondi per scopi benefici. Onorata nell’essere rientrata nel gruppo di Mariella.
quelle di Doris
“Ciao Maria Pia, è la seconda volta che partecipo al Passatore. La prima volta ci ho impiegato 13 ore e 21 minuti ed è stata molto dura. Nella mia mente ripetevo in continuazione”Voglio arrivare a Faenza, desidero arrivare a Faenza, il mio sogno è arrivare a Faenza” e così questo mantra ha aiutato la mia testa e le mie gambe a portarmi al traguardo. Ho rispetto per il mio corpo. Prima di intraprendere quest’avventura, nel 2017 ho chiesto alla mia testa e alle mie gambe se se la sentivano. La testa mi ha risposto immediatamente di “Sì”, le gambe non mi hanno dato l’OK, perciò ho rinunciato. Ne 2018 ci ho riprovato. Stessa domanda rivolta alla testa e alle gambe. La testa era sempre d’accordo; le gambe hanno detto: “Sì, ok, purché andiamo piano”. Con la promessa di andar piano ho chiuso il Passatore in 13 h e 21 min. Quest’anno supportata dal mio compagno che mi ha fatto da lepre ci ho impiegato 12 h e 33 min e sono stata fortunata perché non ho preso pioggia. Ho lasciato la pioggia alle mie spalle. Il Passatore è una gara che emoziona. Pensa che la prima volta, nel 2016, io ero al Passatore come spettatore. Ho visto arrivare un amico da lontano e ho corso con lui gli ultimi Km. Nel tagliare il traguardo mi sono talmente emozionata che ho pianto e mi son detta: “Devo viverla anch’io un’emozione così, dovrò farlo il Passatore e così è stato…”
e di Valentina
“Sono felicissima di questa esperienza, anche perché quest’anno era veramente in dubbio la mia partecipazione. L’anno scorso l’ho felicemente conclusa ed era la mia prima volta. Quest’anno l’ho riprovata perché io e Lisa, una sera, ci siamo messe a chiacchierare – eravamo dubbiose sul fatto di iscriverci o meno e invece, poi è nato questo progetto 100 donne x 100 km senza aiuti esterni, solo con i ristori e io sono stata felicissima di aderire, anche perché credo fortemente in questa impresa. Io ho la sclerosi multipla e potrei usufruire di assistenza per tutti i 100 km e invece mi sono sentita di intraprendere questo percorso da sola. Poi, purtroppo, quest’anno il mio percorso si è interrotto al 50esimo Km per una banalità. Ha iniziato a piovere ed io non avevo un cambio, un K-way, per cui continuare per tante ore ancora, così bagnata, non me la sono sentita. Però è stato più un fatto di coscienza che altro; in realtà stavo benissimo e sto già per strada a correre.
L’entusiasmo e la forza di queste donne sono disarmanti. Elisa, Doris, Valentina e Mariella:donne straordinarie in rappresentanza di tutte le altre che si sono cimentate in questo bellissimo progetto.
Avremmo voluto raccogliere anche le emozioni di Natalina Masiero; purtroppo non siamo riusciti a contattarla; probabilmente però, per Natalina non occorrono parole, le sue emozioni sono racchiuse tutte qui, in questa foto, messe in luce dal suo straordinario sorriso.
(Foto da Facebook)