Il Monte Taburno è conosciuto in Campania per la produzione vitivinicola. È un luogo foriero di una natura ch appare ancora vasta e incontaminata (al netto di fenomeni globali come il surriscaldamento).
Nell’ultima domenica di giugno ha ospitato una gara di corsa trail da 20km. Il dislivello positivo del percorso, di circa 2.500m ha reso la gara piuttosto impegnativa.
Partenza subito in salita. Il rapido guadagno di quota ha fatto sì che le temperature fossero fresche quasi da subito, con una bella brezza a rinfrescarci e il profumo delle felci ad aiutare il respiro.
C’erano 4 punti acqua, percui era necessario portare almeno mezzo litro con sé per coprire la distanza tra un ristoro e l’altro (l’organizzazione consiglia 1 litro).
Il tintinnio delle campane è tornato più volte a suonare durante la gara, da diverse direzioni.
Campane tibetane, di un santuario o campanacci di vacche al pascolo montano? C’erano sia gli animali che i luoghi sacri, e sia dagli uni che dagli altri il suono è stato altrettanto distensivo e musicale, combinato con la bellezza delle montagne. Quindi davvero una combinazione di natura e misticismo.
Ai 16km e 18km siamo passati per due grotte con arte rupestre ed un santuario, per poi scendere verso il traguardo.
Dopo le premiazioni generose, il ristoro (ed il vino di Attilio, amico di San Martino V. Caudina, assaggiato in abbondanza) la natura è tornata a giocare con noi. Un puledro e la sua mamma si sono sbizzarriti in corse e galoppate tra gli alberi, con il puledro incuriosito dalla presenza di bambini (che accompagnavano un atleta) ed i bambini che urlavano emozionati.
Questo è il quadro della terza tappa del Circuito Trail delle Contrade, che insieme ad altri circuiti (Trail Campania, Vesuvio Ultramarathon, Amalfi Positano UltraTrail) contribuisce a mantenere vivo per noi podisti il rapporto contemplativo (e non predatorio) con la natura.
Il video racconta la gara km per km.
