Il passato che ci manca
Per tutti gli appassionati di ciclismo, il giorno di San Valentino ha un sapore triste. quando il 14 febbraio del 2004, se ne andava uno dei più grandi protagonisti italiani di questo sport: Marco Pantani.
“Il Pirata”, come lo chiamavano i suoi tifosi e non, Pantani il romagnolo, morto all’ età di 34 anni in una stanza del residence “Le rose” di Rimini. Alla base del prematuro decesso, secondo le prime indagini, ci sarebbe un edema polmonare e cerebrale, conseguente a un’overdose di cocaina. La morte di Pantani, però, è ancora avvolta da un mistero, tanto da spingere gli inquirenti a riaprire, il 2 agosto 2014, le indagini sull’avvenuto. La famiglia Pantani e molti tifosi pretendono giustizia, e da qualche tempo, la parola Marco Pantani si legge e traduce con il caso ” Pantani”. Si attendono colpi di scena sulla vicenda.
Noi, però, vogliamo ricordarlo così, sorridente, felice e vittorioso. Lontano dalla morte, dal doping e dagli iter della giustizia Italiana.
« Marco, perché vai così forte in salita?» «Per abbreviare la mia agonia. »
Si, Pantani faceva sempre notizia e vinceva. Tante tappe al giro ed al tour, ed il trionfo con la maglia rosa e quella gialla. Con la Maglia della “Mercatone uno” ha fatto sognare tantissimi tifosi, portando il ciclismo Italiano ai livelli degli anni di Coppi-Bartali oppure a quelli di Gimondi qualche anno dopo. Ci manca Marco Pantani, perché con quei denti ben serrati solo lui poteva domare le montagne e far emozionare tanta gente appassionata e non.
Dove osano i pirati.