Spalletti non sfata il tabù bianconero.
Una Roma abbattuta da una prodezza di Dybala.
Continua senza sosta il purgatorio romanista. La crisi per la squadra giallorossa c’è e si vede. A nulla è servito il cambio al timone. Gli storici calcistici ricordano il “quarto d’ora granata” dove il grande Torino riusciva a vincere partite difficili, c’è una similitudine con l’attuale realtà capitolina; la Roma prede le partite in fase di stallo, sempre nell’ultimo quarto d’ora. I tifosi della lupa, avevano ben sperato, visto che l’inizo della gara era molto promettente.
Una Roma scesa in campo con la giusta motivazione, grinta e voglia; la palla gira bene tra le file della magica, ma come al solito l’attacco è sterile, spara a salve. Dzeko sempre più nell’ombra del mitico attacante qual’era ai tempi tedeschi prima ed inglesi poi. La difesa ed il centro campo fanno da muro agli attacchi avversarsi, ma non possono durare certo 90 minuti,
“È la dura legge del gol
fai un gran bel gioco però
se non segni gli altri segnano
e poi vincono”
cantava Max Pezzali nel lontano 1998.
La domanda cruciale resta una, mandato via Garcia come capro espiatorio, adesso la colpa a chi va?
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E si inizia a scavare nel gruppo, per capire il motivo che fa di questa squadra, una formazione così in crisi di risultati. Resta la delusione del popolo giallorosso che avrebbe voluto vedere rinascere, e risalire dalle cenereri come una fiera fenice, ma questo deve attendere sperando che il lavoro del toscano porti presto i frutto sperati.