Del Potro dice addio al tennis: “É stata la mia ultima partita”

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“Purtroppo ho dovuto affrontare molti infortuni in carriera, ma ho realizzato tutti i miei sogni grazie al tennis. È molto difficile per me giocare a causa del dolore, è diventato una parte della vita quotidiana non più solo nello sport. Il messaggio che voglio far passare è che non mi sono mai arreso, ancora oggi faccio fatica a muovermi. Martedì scenderò in campo nel miglior modo possibile e farò tutto il possibile per vincere” .

Del Potro si ritira: la storia del gigante di Tandil

Prima dell’inizio del torneo ATP 250 di Buenos Aires, attraverso una conferenza stampa speciale, Juan Martin del Potro ha annunciato che il Tour sudamericano sarà l’ultimo della sua vita sportiva. Il messaggio dell’argentino ha gelato tutti gli appassionati di questo meraviglioso sport, che hanno sperato fino alla fine di godersi quel dritto che ha pietrificato i più grandi campioni.

La storia di Delpo, come lo chiamano in Argentina, è la storia di un bambino che all’età di sei anni prende per la prima volta in mano una racchetta e mostra a tutti il suo talento. Un talento che cresce di pari passo con la sua altezza, tanto che il nuovo soprannome diventa in poco tempo “Il gigante di Tandil” . Nel 2004, non ancora sedicenne, Del Potro conquista il suo primo punto ATP al torneo ITF Argentina F3.

L’anno successivo, bruciando le tappe, vince il primo Challenger in carriera a Montevideo. È nel 2006 che il tennista classe 1988 frequenta con più continuità il circuito maggiore e disputa il suo primo match in un torneo del Grande Slam; nello specifico al Roland Garros contro Juan Carlos Ferrero, allora numero 27 del mondo.

La consacrazione arriva con qualche anno di ritardo, esattamente nel 2008, quando aggiunge al suo palmares quattro titoli ATP uno dietro l’altro, senza fermarsi. Da Stoccarda, passando per Kitzbuhel, Los Angeles e Washington, diventano 19 i successi consecutivi di Del Potro. La striscia si fermerà ai quarti di finale degli US Open. Il 2008 è anche l’anno in cui si qualificherà per la prima volta al Torneo dei Maestri.

Nel 2009, Del Potro non solo si afferma come uno dei migliori tennisti del Tour, ma sigla quello che ancora oggi è il risultato più importante della sua carriera. Il primo Slam, l’obiettivo di tutti i giocatori, lo colleziona battendo prima Rafael Nadal e poi Roger Federer in rimonta tra semifinale e finale agli US Open. La strada sembra segnata e porta in un’unica direzione: quella che contraddistingue i fenomeni. Il destino non è però d’accordo e riserva a Del Potro un conto amaro.

Gli infortuni che hanno condizionato la carriera di Del Potro

Nel 2010, l’argentino subisce il primo grave infortunio durante l’Australian Open. Il dolore al polso destro è così forte che i dottori sono costretti ad operarlo e imporgli un lungo stop. Del po non si arrende: modifica il movimento quando è chiamato a colpire la palla con il rovescio, affina e affila il dritto e nel 2011 vince altri due tornei( Delray Beach, Estoril) .

Dopo alcuni problemi di natura muscolare, il polso torna a creare qualche fastidio nel 2012, ma questa volta è quello sinistro. A settembre è obbligato a saltare la Coppa Davis, la diagnosi è quella di una lesione alla fibrocartilagine triangolare del polso sinistro. A cavallo tra il 2013 e il 2014, Del Potro sembra poter dire la sua con continuità: raggiunge le semifinali a Wimbledon e si aggiudica altri importanti titoli a Rotterdam, Washington, Tokyo e Basilea.

La sensazione è che qualcosa però non funzioni e, solo dopo diversi mesi, l’argentino dichiara di non poterne più di giocare e provare continui dolori. Dalla fine del 2014 alla metà del 2015, sono tre le operazioni al polso sinistro che impongono l’ennesima lunga pausa. Risolto l’infortunio al polso, Del Potro torna in campo nel 2016 a Delray Beach e si spinge fino alle semifinali.

I due acuti si registrano alle Olimpiadi di Rio de Janeiro, dove vincerà la medaglia d’argento, e a Stoccolma, quando porta a casa un altro trofeo. A poche mesi da uno dei successi più gratificanti e importanti, primo Masters 1000 messo in bacheca a Indian Wells, e dalla finale giocata agli US Open, nel 2018, la sfortuna si accanisce ancora contro di lui.

Durante l’incontro contro Borna Coric a Shanghai, cade e si frattura la rotula. Dopo 131 giorni senza giocare, fa il suo ritorno a Delray Beach. Una rotula che non finirà mai di tormentare Del Potro. Non bastano infatti quattro operazioni al ginocchio destro per convincere il nativo di Tandil che tutto tornerà come prima.

L’ultima partita di Del Potro: il pubblico di Buenos Aires omaggia l’idolo di casa

A due anni e sette mesi dall’ultima volta, Del Potro ha disputato un match ufficiale, l’ultimo in carriera, di fronte al pubblico di casa: a Buenos Aires. Accolto dall’impareggiabile calore e supporto del Campo Guillermo Vilas, l’argentino ha sfidato uno dei suoi migliori amici, ovvero Federico Delbonis.

La partita non ha raccontato molto dal punto di visto tennistico, non era chiamata a farlo, ma ha restituito al mondo la forza di un uomo che non ha avuto paura di piangere e di mostrare tutte le sue emozioni. Sotto 6-1, 5-3, Delpo non è riuscito a trattenere le lacrime e solo il supporto del pubblico gli ha consentito di terminare il match.

 

Le lacrime del campione argentino sono le lacrime di ogni vero appassionato di sport che dovrà salutare in anticipo uno dei tennisti che ha segnato una intera generazione e fatto la storia.

“Speravo che questo momento non arrivasse. La mia salute mi porta a dover prendere una decisione. In questi due anni e mezzo ho fatto troppa fatica” , ha spiegato Del Potro al termine della partita con Delbonis. “E forse non ho la forza che tutti pensano che io abbia. Oggi ho dato tutto fino all’ultimo punto. La mia ultima partita è stata in campo e non in conferenza. Ed è quello che volevo. Avevo programmato di andare a Rio, ma adesso voglio dormire senza dolori alla gamba ed è quello che cercherò di fare. A partire da domani. Questa è la mia ultima partita” .

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