Un tuffo nel Super Bowl americano. Regole, numeri, curiosità di un vero e proprio show mediatico

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100 milioni di telespettatori. Biglietto più economico che costa 5 mila dollari. Pubblicità di 30 secondi che di dollari ne valgono 6 milioni, praticamente 166.000 al secondo. 9 televisori su 10 sintonizzati. 50 milioni di dollari di spesa in servizi gastronomici nel giorno della partita. Un aumento del 6% di malati sul posto del lavoro proprio nella stessa data. Sono questi i numeri fantasmagorici del Super Bowl americano, la finale della National Football League, il campionato di football a stelle e strisce.

Una tradizione che domenica prossima, 3 febbraio, arriverà alla 53esima edizione. A scontrarsi saranno i New England Patriots e i Los Angeles Rams, ma cerchiamo di entrare nel vivo della competizione provando a capire l’importanza che questa partita ha per gli americani.

Partiamo innanzitutto dai fondamentali: il football americano è lo sport più amato, seguito e praticato negli USA. In campo scendono undici giocatori, proprio come il calcio, ma in panchina ne siedono addirittura 42 e le sostituzioni sono illimitate. Un occhio superficiale e non esperto potrebbe vedere nelle partite di NFL soltanto un miscuglio di violenza e botte, dove a prevalere è la forza bruta. Ma non è assolutamente così: il football americano è un coacervo di tatticismi e strategie, studio di avversari e astuzie personali.

Il Super Bowl nell’immaginario statunitense è come una finale di Champions League all’ennesima potenza. La partita, che andrà in diretta esclusiva in Italia su DAZN dalle nostre 00.30, avrà luogo nel fantastico Mercedes Benz Stadium di Atlanta, in Georgia e non consisterà in un semplice match sportivo, ma sarà un vero e proprio spettacolo. Tre artisti allieteranno le pause e le attese: i Maroon Five, il rapper Travis Scott e Big Boi. Che si inseriscono così nel novero delle stelle della musica che hanno cantato al Super Bowl insieme a Justin Timberlake, Michael Jackson, Madonna, Beyoncè.

Le altre regole sono piuttosto semplici: 6 punti per un touchdown, ovvero quando un giocatore entra nella zona finale con la palla, 3 punti per una meta, 2 punti sicurezza quando la difesa ferma il portatore di palla nella zona finale. Detto così sembra un sacco semplice, ma il discorso pratico è un po’ più complicato.

Domenica sapremo la verità, dopo essere stati americani per una notte.

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