Quando si visita la Reggia di Caserta ( qui per ulteriori informazioni) lo sguardo viene ammaliato da cotanta bellezza e unicità.
L’oro, il bianco, l’azzurro dei soffitti e delle pareti, insieme alle pitture elaborate e di grande pregio commuovono l’animo di qualsiasi pubblico.
Ogni ambiente fu sapientemente costruito proprio per mostrare il potere della Dinastia Borbonica e gareggiare con le bellezze della Reggia di Versailles, se non addirittura superarle.
Leggi gli altri nostri articoli sulla Reggia di Caserta:
La Reggia di Caserta: la Versailles italiana I bagni della Reggia di Caserta: il boudoir dei segreti della regina I giardini della Reggia di Caserta, il “parco giochi” di Ferdinando IV Luigi Vanvitelli: l’architetto della Reggia di CasertaLa Reggia di Caserta: Il boudoir di Maria Carolina
Ogni stanza ha uno o più elementi che la rendono peculiare o unica, ma un ambiente particolarmente interessante è senza dubbio la toilette della regina Maria Carolina.
Maria Carolina Luisa Giuseppa Giovanna Antonia d’Asburgo-Lorena, divenne regina consorte di Napoli e Sicilia dopo aver sposato Ferdinando IV. La regina era dotata di grande intelletto e di un forte carattere e dopo aver dato al regno ben 18 eredi, si meritò l’accesso al consiglio privato della corona. Fu lei a tenere di fatto le redini del potere a Napoli e quindi di tutto il Regno delle due Sicilie.
Maria Carolina è nota per aver contribuito a far diventare Napoli un grande centro culturale, fu proprio lei ad avviare la grande cultura del caffè nella città partenopea.
Anche le camere appartenenti alla regina, alla Reggia di Caserta, testimoniano questo carattere da innovatrice e ciò è possibile notarlo negli ambienti più privati, come la stanza da bagno.
Il bagno di Maria Carolina: il boudoir dei segreti
Prima della fine dell’800 i bagni erano ben diversi da quelli che comunemente utilizziamo oggi; infatti prima di questa data, questi ambienti così privati erano formati da due vani distinti. Precisamente, i wc, proprio per i cattivi odori erano relegati lontano dagli ambienti dove invece avveniva la cura del corpo; e venivano creati all’interno di nicchie vicino le camere da letto.
Dalla Francia cominciò a diffondersi il boudoir o cabinet de toilette, una sala dove le nobildonne ricevevano le amiche più intime. Nel caso della regina Maria Carolina, pettegolezzi che provengono dalla sua epoca, racconterebbero che qui la regina era solita ricevere in gran segreto i propri amanti.
La toilette della regina era diviso in un “ambiente per uso del bagno”, quindi la cura e pulizia del corpo; ed il “gabinetto ad uso ristretto”.
Il primo vano è un trionfo di stucchi dorati che incorniciavano gli alti specchi prodotti dagli artigiani vetrari di Castellammare di Stabia, culminanti in un decoro di fiori e frutta. Le pitture parietali rallegrano l’ambiente con somme rappresentazioni elaborate da Fedele Fischetti raffiguranti: le tre Grazie e la nascita di Venere. A ridosso di una parete, al centro della stanza spicca la vasca in marmo di carrara bianco foderata internamente di rame dorato. Fu realizzata dallo scultore Gaetano Salomone ( che partecipò alla realizzazione delle fontane dei giardini), qui giungeva acqua corrente sia calda che fredda.
Dicerie che provengono sempre dall’epoca borbonica, raccontano che la regina era solita intrattenersi in questa vasca con i suoi amanti e che un sapiente gioco di specchi posto sui soffitti, la informasse sulle possibili visite da parte del re. Infatti, sulla sommità della porta d’ingresso vi è un’apertura e sembra proprio che attraverso specchi ben posizionati la regina potesse vedere in anticipo chi stesse arrivando e quindi far dileguare i possibili amanti attraverso dei pannelli segreti.
Il primo bidet nella Reggia di Caserta
Una particolarità della sala adibita alla cura del corpo era un particolare oggetto unico in Italia per il suo genere. Infatti, la regina volle portare dalla Francia un bidet, ovviamente ignorando l’uso che in questa Nazione le meretrici ne facevano. Il bidet è chiuso in una piccola stanza, ed è in legno scuro il cui interno è foderato di rame dorato. Si racconta, ma non vi sono fonti scritte fino ad oggi, che quando avvenne l’unificazione da parte dei Savoia, questo oggetto insieme ad altri fu catalogato fra quelli di cui gli unificatori non ne conoscevano l’uso e fu inventariato come: “uno strano oggetto a forma di chitarra“.
Il gabinetto ad uso ristretto della regina
Sembra che in questa sala neanche il re fosse ammesso e l’intimità di questo ambiente è possibile coglierlo dalle 12 colonnine terminanti con testine muliebri con gli occhi bendati. Le scene sulle pareti probabilmente sono opera di Filippo Pascale, pittore prussiano che abbellì molte pareti della Reggia. Ai lati della stanza vi sono due nicchie che ospitano due lavabi dorati e nella nicchia in fondo una seduta con un coperchio in bronzo dorato ad uso wc.
Il bagno del re
Anche il re possedeva una sua sala da bagno, meno decorata e affascinante rispetto a quella della regina, ma comunque degno di nota per l’eleganza e la preziosità degli elementi al suo interno.
Gli ambienti privati del re erano collocati nella parte ovest del palazzo e rispetto a quello della regina è di dimensioni più ristrette.
La vasca in granito orientale è posto sotto un arco in stucco dorato con uno sfondo azzurro. Ciò che attira molto l’attenzione è la toeletta in stile impero realizzata in marmo di carrara con una seduta in legno color bianco con particolari dorati.
Quello che colpisce di questi ambienti, oltre ai piccoli aneddoti che sono avvenuti , è senza dubbio la modernità di ogni elemento, l’accuratezza nei dettagli di ogni singolo elemento. E ancora una volta testimoniano la potenza, l’estrosità e la ricercatezza di questa casa reale e soprattutto di una regina che fu un’innovatrice nelle terre dei Borboni.