Il fascino del Lago d’Averno


Il Lago d’Averno è uno dei luoghi più affascinanti dei Campi Flegrei. Pur avendolo visitato in numerose occasioni, e conoscendo la sua storia, non l’avevo ancora raccontata in un video in un articolo. Il Primo Maggio, giorno di festa dei lavoratori, è stato l’occasione giusta per visitarlo e raccontare la sua storia.

Origini vulcaniche e mito greco

Il lago è nato da uno dei tanti crateri vulcanici della zona. Questi vulcani nascono molto velocemente, eruttano per lo più una volta sola (ad eccezione della Solfatara), per poi estinguersi. Quattromila anni fa è nato il cratere che, estinguendosi, ha lasciato posto al bacino e alle acque salmastre del lago. Gli antichi Greci lo chiamarono “il Lago Senza Uccelli”, poiché sprigionava ancora gas tossici che facevano morire gli uccelli che incautamente lo sorvolavano.

Virgilio, Enea e l’ingresso agli Inferi

Virgilio, nel comporre l’Eneide, collocò qui una delle bocche dell’inferno, ed Enea vi entrò per far visita al padre e cercare il suo consiglio negli Inferi. Il nome latino Averno significa appunto Inferno.

Uso romano e ingegneria antica

I Romani sfruttarono poi il lago come porto (Porto Giulio), congiungendolo tramite un canale alla costa. Ospitava parte della flotta imperiale, di stanza a Miseno. Altre due gallerie/canali collegano il lago a Cuma e alla collina che confina con Lucrino. Il fenomeno del bradisismo creò poi il bacino del più piccolo lago Lucrino. L’abilità dei Lucrini negli affari fece poi nascere il termine lucro.

Templi, ninfe e sibille

Oltre al porto fu costruito anche un grande tempio dedicato al dio del sole Apollo, che tuttora domina la sponda destra del lago. La galleria minore verso Lucrino ospita anche una grotta con affreschi romani di ninfe. Questa grotta è anche conosciuta come Grotta della Sibilla, una residenza ufficiosa, per così dire, rispetto a quella più conosciuta ed ufficiale di Cuma.

Anni bui e degrado ambientale

Negli anni ’80 del Novecento il lago era proprietà privata di una famiglia non proprio onesta, che si prestò sia a scaricarvi rifiuti tossici, sia ad ospitare latitanti Casalesi. Il vicino caseificio che recava lo stesso nome faceva però una mozzarella eccezionale. I pesci del lago saltavano spesso fuori dall’acqua, non so se per via dei rifiuti seppelliti o per mancanza di ossigenazione dell’acqua dovuta ad alghe.

Ristoranti, sport e folklore

Uno dei ristoranti più antichi ed amati attorno al lago è Caronte, che prende nome dal barcaiolo che faceva attraversare lo Stige alle anime dei morti, nella mitologia greco-romana. Molti toponimi locali richiamano il mito di Enea, della Sibilla e di Virgilio.
Oggi il lago è un’oasi naturale, insieme al Monte Nuovo, altro cratere estinto sorto in una notte nel Seicento, accanto al lago. Il lago è anche luogo di attività sportiva (corsa, bici, fitness, cammino), e un giro misura 2800 m, che diventano 5000 m se si vuole fare un giro completo anche del lago Lucrino. Due gare podistiche vedevano e vedono protagonista l’Averno: “1 ora intorno al Lago” (nel passato) e “la Corsa intorno ai due Laghi” (che si tiene il 2 giugno).

Invasioni aliene… di tartarughe

Attorno al lago ci sono forse troppi ristoranti ed agriturismi. Inoltre, si è creato un problema ambientale: qualcuno ha liberato le proprie tartarughine californiane nel lago. Queste si sono riprodotte in grandi numeri, a spese della fauna locale. Infatti, ho notato l’assenza di rane e gabuse (piccoli pesci che mangiano soprattutto larve di zanzare) e che sono parte preziosa della catena alimentare.

Fascino intatto, tra oblio e mito

La Grotta della Sibilla, una volta custodita da un anziano signore che guidava i visitatori fino agli affreschi, è oggi aperta e abbandonata, con rifiuti e materiali di risulta all’interno, e il condotto che porta alla Grotta delle Ninfe allagato. Forse sono proprio questi aspetti – la trascuratezza e l’essere un po’ dimenticato – che hanno preservato il fascino del lago intatto per tanti anni. Non so cosa sarebbe accaduto, o accadrebbe, se fosse esposto a grandi flussi turistici come altri luoghi della Campania. Misteri, miti, acque verdi e profonde, grotte nere e presagi sibillini restano protetti dall’oblio (il nome di un altro locale storico dei dintorni), a comporre qualcosa di unico. Visitatelo almeno una volta.

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