Dotata di una caratteristica forma a L, in stile anglosassone, la Villa di Quisisana raggiunge i 49.000 metri quadrati, su due livelli con circa cento stanze, due terrazze ed una preziosa cappella. In origine il luogo era nominato domus de loco sano, ed in seguito divenne Casasana, e tale fu la denominazione per tutto il periodo angioino e fino al XVIII secolo. L’appellativo determinava da una costruzione, domus, situtata in un luogo accogliente per la salubrità del clima. Si riteneva che la costruzione del Palazzo reale di Quisisana risalisse al 1280. Un documento del 1268, attestava che in quell’anno già esisteva la casa del re Carlo I d’Angiò. Poichè gli Angioini avevano conquistato il Regno di Napoli solo due anni prima e si ipotizzò che la costruzione, risalisse agli Svevi.
Protagonista per la sua invidiabile posizione e le ricchezze naturali
Le favorevoli condizioni del luogo suggerirono a Carlo I d’Angiò la ricostruzione del complesso fortificato dove trascorrere la stagione estiva. Nell’agosto del 1316 il re Roberto d’Angiò, emanò le leggi nel modo seguente: datum in Casasana prope Castrummaris de Stabia. Sotto il dominio aragonese il Real Plagio, venne consegnato a diverse famiglie, finchè agli albori del XVI secolo era posseduto dalla stabiese de Nocera. Nel 1541 Ottavio Farnese allora duca di Camerino, per il prezzo di 50.000 ducati aveva rilevato in feudo la città di castellammare di Stabia ed iniziò una lite giudiziaria con i de Nocera, per la proprietà del bosco e del Palazzo di Quisisana. Stipularono un patto in cui il de Nocera ottenne la somma di 12.000 ducati ed il Farnese la proprietà di Quisisana. Anche i napoleonidi Giuseppe Bonaparte e Gioacchino Murat, soggiornarono in questo palazzo. In seguito all’unificazione dell’Italia, la tenuta passò ta i Beni Riservati della Corona di Casa Savoia e nel 1877 divenne patrimonio pubblico. L’onorevole Tommaso Sorrentino ottenne la proprietà dal Comune di castellammare, per il prezzo di 300.000 lire con l’autorizzazione del 29.7.1878.