Chi visita gli Scavi di Pompei e si inerpica a Porta Nocera sa di camminare in una necropoli romana di 2000 anni fa.
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Il visitatore vedrà numerosi sepolcri, alcuni con delle iscrizioni molto simboliche, come quella di Publius Vesonius Phileros che lamenta la falsità di un suo amico.
Sulla lapide vi è scritto: “Passeggero fermati un momento, se ciò non ti reca disturbo, e sappi da che cosa ti devi guardare. Costui, il cui nome è qui iscritto, che speravo mi fosse amico, mi accusò falsamente. In giudizio, per grazia degli dèi e per la mia innocenza fui liberato da ogni accusa. Chi mi ha diffamato, sia respinto dagli dèi penati e da quelli dell’aldilà.”
Immaginate se i nostri cimiteri, oggi, fossero così! Chissà su quante lapidi leggeremmo di tradimenti di amici e false relazioni? Tante, purtroppo!
(Testo di Enzo Longobardi, In bici nel tempo)