Era il 1917, quando durante la Rivoluzione d’Ottobre in Russia, a Positano accompagnato dall’amico Jean Cocteau, giunse Pablo Picasso, al seguito dei famosi Balletti Russi di Sergej Djagilev. Questi, quando vide tutte quelle pittoresche casette aggrappate alla roccia, e i continui saliscendi, esclamò: «pare proprio un villaggio verticale!».
Picasso, allora, con ben altra sensibilità artistica gli replicò subitaneamente: “Sergej, per te è verticale, ma per me è l’esempio ideale della “città cubista”.
Aveva ragione Pablo Picasso. Queste case dai contorni così netti, una di fianco l’altra ed ognuna sotto l’altra, davvero ci appaiono come tanti cubi. L’urbanistica che diventa arte.
(testo e foto di Enzo Longobardi, In bici nel tempo)