Il territorio di San Martino Valle Caudina fu protagonista di molte lotte tra cui quella tra i sanniti ed i romani.
Nel corso della seconda guerra sannitica, 50.000 uomini attaccarono la flotta romana perdendo anche la battaglia.
Ponzio punì i soldati romani con l’ordine di ritornare con le mani legate dietro alla schiena in coppia con due lance verticali sormontata da una orizzontale.
Il paese era di proprietà di Marino d’Eboli e poi concesso a Corrado Capece: durante il regno di Carlo d’Angiò passò di nuovo alla famiglia d’Eboli, precisamente a Sigfridina, futura consorte di Tommaso d’Aquino.
Il castello di San Martino Valle Caudina era circondato da una cinta muraria ed alcune torri di vedetta, una protezione e da un’ingresso attraverso il quale è possibile ancora intravedere i resti di un piano dove si lanciavano i dardi nel momento dell’assedio.
Il cortile presentava una torre di altezza molto elevata, oggi distrutta, una scala di marmo che conduceva agli appartamenti. Ai piani superiori vi erano alcuni affreschi su cui erano raffigurate scene di paesaggi e avvenimenti della dinastia dei Leonessa.